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Maroni ai dirigenti sanitari: «Fate ciò che serve ai cittadini, il resto non vi deve interessare»

Durissimo mònito del governatore lombardo dopo il caso delle tangenti per il quale è stato arrestato il consigliere regionale leghista Fabio Rizzi

E' un Maroni decisamente arrabbiato per quanto è successo nella sanità lombarda con l'esplosione del caso di Fabio Rizzi, il "suo" consigliere regionale: leghista come lui, di Varese come lui, «una delle dieci persone di cui mi fidavo di più», arrestato per tangenti sui servizi odontoiatrici in outsourcing. Maroni e la Lega Nord lo hanno immediatamente "scaricato", sospeso dal partito. Ma il governatore è consapevole che si tratta di un duro colpo all'immagine per lui e per la recentissima riforma della sanità, scritta - in pratica - proprio da Rizzi in qualità di presidente di commissione.

Solo pochi mesi fa, Maroni ripeteva che «non ci sono tangenti nella sanità lombarda». Era appena stato arrestato l'ex assessore alla sanità Mario Mantovani, suo vice in giunta, per questioni che, in effetti, non implicavano "mazzette". Che ora invece sono state scoperte. Il presidente della Lombardia cerca di tenere il più possibile separati la gestione generale della sanità in regione e il destino politico-giudiziario di Rizzi, che bolla come un caso personale.

Ma si rende conto che una sterzata va data. E così, nel pomeriggio di venerdì 19 febbraio, ha incontrato i direttori del sistema sanitario regionale. A loro ha parlato senza mezzi termini: «Voglio vederci chiaro, capire cosa sia necessario fare per evitare che succeda in futuro», ha detto loro Maroni.

Il governatore ribadisce che esistono già strumenti, regole e procedure per controllare tutto. In particolare l'Agenzia di Controllo istituita con la recente riforma: voluta dal Movimento 5 Stelle e accettata dalla maggioranza. Ma Maroni dichiara di non accontentarsi e ha chiesto ai direttori di aiutarlo a capire cosa va perfezionato nelle procedure.

Poi l'affondo: «Dovete fare le scelte in base a ciò che è giusto fare, cioè quello che serve ai cittadini. Tutto il resto a me non interessa e non deve interessare neanche a voi». Un mònito molto forte. E' chiaro che Maroni non vuole che un caso Rizzi esploda di nuovo, in altri ospedali lombardi, con altri protagonisti.

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