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Sanità, tempi d'attesa in aumento: 51 giorni in media a Milano per le visite

I dati del rapporto Polis sui tempi d'attesa nella sanità lombarda

E' di 45 giorni il tempo medio di attesa per una visita ambulatoriale in Lombardia. Emerge dal rapporto dell'istituto regionale Polis presentato in Regione. Il dato si riferisce al biennio 2016/2017 e proviene dalle otto agenzie territoriali per la saute (Ats) e dalle aziende socio-sanitarie territoriali (Asst).

La situazione è peggiore nel territorio dell'Ats Città Metropolitana di Milano (51 giorni medi di attesa) ed è migliore nei territori dell'Ats Montagna e Ats Valle Padana (32 giorni di attesa medi). Nel 2017 si è verificato un lieve aumento dei tempi d'attesa con l'eccezione delle Ats di Bergamo, Brianza e Pavia.

Per quanto riguarda invece le prestazioni strumentali, il tempo medio d'attesa più lungo è per l'ecografia (59 giorni). Seguono la tomografia computerizzata (39 giorni), la risonanza magnetica (24 giorni) e la radiografia (15 giorni). La mammografia monolaterale comporta un tempo d'attesa medio in Lombardia di 124 giorni, quella bilaterale di 101 giorni.

Il medico-consigliere: "Migliorare il centro prenotazioni"

I tempi d'attesa per le prestazioni ospedaliere e per le analisi restano uno dei "colli di bottiglia" del proverbilamente ben organizzato ed efficiente sistema sanitario lombardo. La qualità delle prestazioni, è comprensibile, viene in parte messa in secondo piano quando i pazienti si trovano a dover aspettare anche cento giorni per un'analisi strumentale. 

Michele Usuelli, medico e consigliere regionale (+Europa), mette sotto accusa le modalità di prenotazione. Secondo lui, il "centro unificato di prenotazione" (Cup) è di fatto un miraggio perché gli ospedali usano ancora sistemi operativi diversi tra loro e, per di più, nessuna azienda ospedaliera mette a disposizione del call center tutte le agende di prenotazione: "Preferiscono mantenere propri canali di prenotazione soprattutto per le prestazioni più remunerate", è il commento di Usuelli. 

Secondo Usuelli, il sistema potrebbe migliorare, oltre che correggendo questi aspetti, prevedendo per esempio che la valutazione dei direttori generali tenga in considerazione anche la gestione delle liste d'attesa. "Mi auguro - commenta - che si possa aprire un confronto pubblico, nel merito, con medici, personale del Cup e associazioni dei malati".

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