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Piazza Martiri di Odessa, bufera su comune lombardo. Parla l'ambasciatore ucraino

L'intervista all'ambasciatore Perelygin: "Ci rivolgeremo al governo e alla prefettura". Sotto accusa l'equiparazione della strage nazista del 1941 con la tragedia del 2014

Rischia di diventare un caso nazionale la scelta del comune di Ceriano Laghetto di intitolare (a novembre 2014) una piazza ai "Martiri di Odessa", la città ucraina sul Mar Nero. Questo perché - come si legge nella delibera - il riferimento è sia alla strage nazista verso gli ebrei sia alla tragedia del maggio 2014, allo scoppio dei disordini da parte dei separatisti filo-russi. "Stiamo pensando di rivolgerci alle autorità italiane: il governo, ma anche la prefettura della provincia", chiosa l'ambasciatore ucraino in Italia Yevhen Perelygin, intervistato da MonzaToday.

Ambasciatore, lei ha ravvisato alcuni clamorosi errori nella delibera di Ceriano Laghetto. Ce li può illustrare?

"Innanzitutto l'autorità locale ha tentato di paragonare i crimini nazisti contro gli ebrei di Odessa del 1941, durante la Seconda guerra mondiale, con gli eventi tragici del maggio 2014. Tale paragone è totalmente scorretto: nella prima circostanza si trattava di un caso di sterminio su base etnica, mentre la tragedia dell’anno scorso è stata causata dagli scontri tra gruppi di protestanti, aggravati dall’attività dei provocatori, sulla quale stanno ancora proseguendo le indagini".

Quali sono le conseguenze di questo errore?

"Io considero che tale interpretazione fatta dal comune di Ceriano Laghetto potrebbe essere anche considerata come una diffamazione nei confronti dell'Ucraina, in quanto dalle indagini preliminari emerge il coinvolgimento di cittadini russi nella tragedia. Le indagini, comunque, non sono ancora completate. E' terminato un processo preliminare: adesso tutti i materiali sono stati mandati alla Corte. Noi aspettiamo chiarezza su quanto avvenuto, che deve ancora arrivare con una decisione della Corte. Ma mi faccia aggiungere un fatto".

Prego.

"La Federazione russa sta nascondendo sul suo territorio il latitante Dmitry Fuchedzi, allora vicecapo della polizia di Odessa, che, come risulta dagli organi investigativi dell’Ucraina, potrebbe essere coinvolto nella preparazione di questa tragedia. Purtroppo la Federazione russa si è rifiutata di consegnare questa persona agli organi investigativi dell’Ucraina. Questo atto della Federazione russa pone seri dubbi sulla sincerità delle dichiarazioni delle autorità russe".

Quindi il comune di Ceriano Laghetto si pone in contrasto con l'evidenza dei fatti?

"Questa decisione dell'amministrazione comunale appare un atto manipolato da forze politiche che appoggiano l'iniziativa russa".

Ma c'è anche dell'altro...

"Sì. Nel sito ufficiale del comune (e anche nella delibera, n.d.r.)  viene utilizzata più volte l'espressione "autoproclamato governo di Kiev", che contraddice la posizione ufficiale del governo della Repubblica italiana che, come tutti i Paesi europei e di tutto il mondo, riconosce il governo attuale di Kiev come unico e legittimo in Ucraina, nominato dal Parlamento regolamente eletto. Non solo il governo italiano mantiene rapporti ufficiali con il governo ucraino, ma sta facendo sforzi per sostenerlo nel difficile momento dell’aggresssione militare e propagandistica da parte della Federazione russa. Pertanto non riesco a capire come un comune italiano possa compiere un atto che contraddice la linea politica ufficiale del governo".

Che cosa si aspetta dopo la vostra iniziativa?

"Penso che il sindaco e i membri della sua giunta non sappiano tutta la verità sulla tragedia di Odessa, di qui la loro decisione di commemorare la piazza con il nome "Martiri di Odessa". Penso anche che, dopo la nostra spiegazione ai rappresentanti del governo e alla prefettura, la comunità locale di Ceriano Laghetto dovrà tornare sui suoi passi. Questa è la mia opinione sull'accaduto".

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