rotate-mobile
Politica

Il centrosinistra "domina" il centro di Milano da Pisapia in poi, ma in periferia sta perdendo voti

L'analisi elettorale dell'Istituto Cattaneo dal 1993 ad oggi: il 2011 anno spartiacque

Lo spartiacque è il 2011. La vittoria di Giuliano Pisapia alle elezioni comunali di Milano è stato il momento in cui si è verificato lo "spostamento" di consenso in città dal centrodestra al centrosinistra. Una vittoria notevole, con l'avvocato ed ex deputato davanti fin dal primo turno contro la sindaca uscente Letizia Moratti, "trascinata" dal centro storico e dai quartieri semicentrali che, per la prima volta, hanno "tradito" Forza Italia, che aveva la sua roccaforte proprio nell'alta borghesia milanese. Da lì in poi Milano è stata un'isola "rossa" nella Regione ancora saldamente in mano al centrodestra ma, nel corso degli anni, c'è stato un riallienamento elettorale con la parziale riconquista delle periferie da parte di Forza Italia e, ultimamente, la Lega di Salvini.

E' la fotografia elettorale di Milano "scattata" dall'Istituto Carlo Cattaneo di Bologna, uno dei più noti centri di ricerca italiani sulla politica e la società. In vista delle elezioni amministrative del 10 e 11 ottobre, l'istituto sta analizzando la storia elettorale delle grandi città al voto, iniziando proprio dal capoluogo lombardo e mettendo a punto un dataset con i risultati di tutte le elezioni dal 1993 ad oggi geolocalizzando i dati per quartieri. Questo consente tra l'altro di confrontare l'esito elettorale con altri indicatori, dal benessere economico ai livelli d'istruzione ai dati demografici.

2011: lo spartiacque

Ad essere più evidente è proprio lo spartiacque di cui si diceva: dal 1993 al 2010 l'area di centrodestra prevale nettamente, con percentuali che (scrive l'Istituto) «il più delle volte oltrepassano la maggioranza assoluta. Con le comunali del 2011 si assiste a un netto cambiamento di questi rapporti di forza. Questo equilibrio permane, con maggiore o minore intensità, in quasi tutte le elezioni successive, segno che il cambiamento del 2011 non nasce solo da ragioni contingenti (ossia dalle caratteristiche della campagna elettorale o dagli errori di comunicazione da parte dell’avversaria di Pisapia, ecc.) ma riflette un più profondo processo strutturale di riallineamento dei consensi elettorali».

Si pensi ad esempio alle elezioni comunali del 1993, le prime prese in considerazione: vinse la Lega Nord di Marco Formentini, da sola, con quasi il 40% dei consensi al primo turno e, unica volta nella storia dalla scissione, Rifondazione comunista superò l'allora Pds. Complessivamente tutte le liste di sinistra e centrosinistra arrivarono al 33%, scendendo al 28% delle europee del 1994. Da lì in poi, anche quando (come alle politiche del 2006) il Paese si spostava verso sinistra, a Milano restava predominante il centrodestra: così ancora alle elezioni regionali del 2010. L'anno dopo l'inversione di rotta: il centrosinistra con Pisapia conquista il 47% dei voti e lascia il centrodestra al 43%. E' la prima volta del Movimento 5 Stelle che, però, a Milano non sfonderà mai.

Il riequilibrio in periferia dopo il 2014

Le elezioni "meno bipolari" sono state, a Milano, le politiche del 2013. Il centro indipendente riesce ad arrivare a ben il 17% grazie a Scelta Civica di Mario Monti, primo partito in più d'una sezione elettorale e in tutto il Municipio 1. E' il segno che il centrodestra ha perso i quartieri centrali di Milano in modo strutturale. Il punto più alto del dominio del centrosinistra si ha nel 2014 con l'exploit renziano del Pd e tutta Milano colorata di "rosso", poi si assiste a un ulteriore riequilibrio in senso opposto. Dopo il 2014 infatti il centrodestra inizia a riconquistare le periferie. 

Mappe sociali ed elettorali sovrapposte

Un'ultima considerazione. Le mappe elettorali possono sovrapporsi quasi perfettamente alle mappe sociali. Nei quartieri centrali della città continuano infatti a concentrarsi i livelli più elevati di istruzione, di partecipazione lavorativa e di benessere economico, e i livelli più bassi di incidenza della popolazione straniera. A Milano, in altre parole, non si è verificato un fenomeno invece ormai tipico di molte città italiane: la "fuga" dal centro e il sorgere di aree residenziali in periferia non ha prodotto un diverso "disegno" delle realtà socio-economiche. E, come si diceva, si può facilmente osservare che le aree dove i residenti sono più ricchi, lavorano di più, hanno maggior bagaglio culturale sono, più o meno, anche quelle dove fino al 2011 prevaleva nettamente il centrodestra e, dopo il 2011, prevale il centrosinistra, mentre le aree più esterne, dove gli indicatori sociali sono differenti, sono quelle che il centrodestra sta riconquistando dopo il 2014.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il centrosinistra "domina" il centro di Milano da Pisapia in poi, ma in periferia sta perdendo voti

MilanoToday è in caricamento