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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Prevenire le mutilazioni genitali femminili in europa: Actionaid presenta il progetto After. Le buone pratiche perfezionate in africa saranno utilizzate per sradicare il fenomeno in italia e in europa, adattandole al diverso contesto sociale. la lombardia è tra le regioni italiane più a rischio.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

Prevenire le mutilazioni genitali femminili in Italia e in Europa insieme alle comunità migranti, utilizzando l'esperienza e le buone pratiche sviluppate da ActionAid nel corso degli anni in Africa. Coinvolgere i politici e le istituzioni per combattere il problema e sensibilizzare il pubblico. Sono questi i principali obiettivi del progetto After, presentato oggi a Milano nel corso dell'open day "Dall'Africa all'Europa: Combattere le mutilazioni genitali femminili", organizzato per facilitare lo scambio di pratiche e metodologie di lavoro con le comunità migranti.

Il progetto, finanziato dal Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza dell'Unione Europea, si svolge in cinque stati: Italia, Spagna, Belgio, Svezia e Irlanda. Grazie al lavoro in rete, che coinvolge diverse associazioni locali, saranno mappati i servizi e le politiche esistenti per contrastare le mutilazioni e saranno implementati percorsi di sensibilizzazione ed empowemrent rivolti a donne e ragazze focalizzati in particolare sul loro diritto all'integrità fisica. Sono inoltre previste attività di campagna rivolte alle istituzioni, con raccomandazioni per migliorare gli interventi di prevenzione e contrasto al fenomeno. Per raggiungere questi obiettivi, sarà messa a frutto la preziosa esperienza maturata in anni di lavoro da ActionAid e dai suoi partner in Africa. Una conoscenza che sarà condivisa anche grazie alle testimonianze dirette di leader religiosi, attiviste africane, donne e uomini coinvolti nei programmi di ActionAid contro le mutilazioni genitali femminili.

Le mutilazioni genitali femminili sono un fenomeno globale che coinvolge almeno 200 milioni di ragazze e donne in 30 paesi e costituiscono una grave violazione dei loro diritti fondamentali. Un problema che riguarda anche l'Europa: secondo il Parlamento Europeo, sarebbero 500mila le donne che hanno subito mutilazioni che vivono nel continente e 180mila le donne a rischio. Sebbene vietate in molti paesi dell'Unione Europea, sono un problema che riguarda anche bambine e giovani donne migranti che vivono nel nostro territorio, spesso a rischio di subirle quando tornano nel loro paese di origine durante periodi di vacanza per visitare i parenti.

L'Unione Europea riconosce che molti Stati membri hanno fatto passi avanti nel corso degli anni per prevenire e contrastare il fenomeno. Tali sforzi, però, si sono spesso focalizzati sull'adozione di leggi e sull'aspetto punitivo, mentre sono ancora scarsi gli interventi volti alla prevenzione del fenomeno attraverso un lavoro di sensibilizzazione che coinvolga le comunità migranti. E' proprio in questo quadro che si inserisce il progetto After, che intende rendere protagoniste le donne migranti.

Nonostante i limiti della metodologia statistica adottata, anche il governo italiano ha tentato di stimare il fenomeno nel nostro paese. L'unica stima esistente risale al 2009, secondo cui in Italia sono 35mila le donne che hanno subito mutilazioni genitali. Sforzi recenti di giungere a una stima il più possibile aderente al reale da parte dell'Università Bicocca hanno rilevato che nel 2010, solo in Lombardia, vivevano circa 27mila donne che hanno subito mutilazioni genitali, mentre in Italia il numero era di 57mila (dati pubblicati nel 2016 relativi al 2010)

I dati indicano quindi che la Lombardia è una delle regioni in cui il problema è più rilevante e il rischio è maggiore. In questa regione vivono numerose comunità provenienti da paesi dove tale pratica è ancora diffusa. Occorrono perciò interventi strutturali da parte di Governo e Regioni, servizi adeguati e misure efficaci di prevenzione che coinvolgano le comunità interessate.

Oltre ad ActionAid Italia, che svolge le attività di coordinamento, gli altri partner del progetto After sono ActionAid Irlanda, ActionAid Svezia, Fondazione Simetrias (Spagna), l'Università di Castiglia-La Mancia e Respect for Change (Belgio).

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