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Presentazione della ricerca Aima

Censis sull’impatto economico e sociale della malattia di Alzheimer

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

Presentata oggi nella sede del Pio Albergo Trivulzio a Milano, la ricerca condotta in collaborazione tra l'Associazione Italiana Malattia di Alzheimer (AIMA) e il CENSIS avente come oggetto: "L'impatto economico e sociale della malattia di Alzheimer: rifare il punto dopo 16 anni". Un importante aggiornamento della fotografia sul tema realizzata da due precedenti ricerche condotte nel 1999 e nel 2006.

Preceduto dai saluti di Maurizio Carrara e Claudio Sileo, rispettivamente Presidente del Comitato di Indirizzo e Direttore Generale dell'ASP Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio, di Giulio Gallera, Assessore reddito di autonomia e Inclusione Sociale della Regione Lombardia e di Pierfrancesco Majorino, Assessore alle Politiche Sociali e Cultura della Salute del Comune di Milano, l'incontro è stato introdotto da Patrizia Spadin, Presidente di AIMA, a cui è seguita la presentazione dei risultati della ricerca da parte di: Ketty Vaccaro, Responsabile Area Welfare e Salute CENSIS, Gabriella Bottini, docente dell'Università di Pavia e Responsabile del Centro di Neuropsicologia Cognitiva dell'Ospedale Niguarda e Cinzia Negri Chinaglia, Direttore della Raibilitazione Alzheimer del PAT.

A seguire un confronto sui risultati, moderato da Fabio Turone, Giornalista, Presidente Science Writers in Italy, tra autorevoli esperti: Marco Bosio, Direttore Generale ATS Città Metropolitana di Milano, Isabella Menichini, Direttore Domiciliarità e Cultura della Salute del Comune di Milano, Graziella Filippini, direzione Scientifica della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico 'Carlo Besta' di Milano, Stefano Landini, segretario regionale Spi Cgil Lombardia, Graziano Pirotta, Presidente Dipartimento Welfare Anci Lombardia.

L'obiettivo di questo terzo e nuovo studio è stato quello di analizzare l'evoluzione negli ultimi 16 anni della condizione dei malati e delle loro famiglie. Anche in questo caso è stata realizzata un'indagine nazionale che ha privilegiato il punto di vista dei caregiver dei malati di Alzheimer.

Dal confronto con le precedenti indagini, si osserva un progressivo innalzamento dell'età media dei malati con Alzheimer (73,6 anni nel 1999, 77,8 anni nel 2006 e 78,8 anni nel 2015) e al contempo dei caregiver coinvolti nella loro assistenza (53,3 anni nel 1999, 54,8 anni nel 2006 e 59,2 anni nel 2015).

Tra i molti e importanti dati raccolti, spicca il costo medio annuo per paziente stimato, comprensivo sia dei costi familiari che di quelli a carico del SSN e della collettività, che è risultato pari a 70.587 euro, di cui il 27% circa (18.941 euro) afferisce ai costi diretti e il 73,2% ai costi indiretti (51.645 euro).

Un dato che già di per sè, tenuto conto del numero stimato delle persone affette da Alzheimer, assume la dimensione di una vera emergenza nazionale. Dato che i malati sono stimati tra i 500/550 mila, il solo costo monetario diretto risulterebbe di circa 10 miliardi di euro all'anno, al netto dei costi indiretti e della sofferenza sociale che determina.

A fronte delle stime epidemiologiche nazionali, tenuto conto dello specifico innalzamento dell'età media della popolazione cittadina, le persone affette da demenze senili nella sola Milano potrebbero oscillare attorno alle 30.000 unità.

"Intervenire nella situazione milanese, stante la sua composizione demografica e l'atomizzazione della struttura familiare, è una necessità ancora più urgente - commenta Patrizia Spadin, Presidente di AIMA -. Gli attuali servizi forniti in regime di Assistenza Domiciliare Integrata sono del tutto insufficienti per dare cura e assistenza adeguata ai pazienti e ai caregiver. Le modalità della presa in carico del malato di Alzheimer e i risultati conseguiti al Pio Albergo rappresentano un modello importante da ampliare in loco e da replicare a livello metropolitano".

"Al Pio Albergo Trivulzio - spiega Cinzia Negri Chinaglia, Direttore III Unità Operativa Complessa di Riabilitazione Alzheimer del Pio Albergo Trivulzio -, attualmente, sono 276, su 580, gli ospiti in Residenza Sanitaria Assistenziale affetti da demenza grave. Nel contesto dei reparti Riabilitativi, su 884 pazienti trattati dall'1/4 al 31/10/2015 la prevalenza di demenza è risultata del 23%, di cui una quota ricoverata nel Nucleo Alzheimer Riabilitativo. L'esperienza del Pio Albergo è sicuramente un modello qualificante del ruolo che strategicamente può giocare il servizio pubblico, anche se non vanno sottovalutate le esigenze di sostenibilità del suo bilancio".

"La progettualità del PAT - conclude Maurizio Carrara, Presidente del Comitato di Indirizzo e Direttore Generale dell'ASP Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio - di sviluppare l'offerta domiciliare appare coerente e sinergica con i bisogni del malato e della famiglia fatti emergere dal Rapporto. Non va però dimenticato che già oggi, nel complesso, offriamo servizi e cure che necessitano di professionalità e di strumentazioni diagnostiche, terapeutiche e riabilitative complesse e costose che travalicano di gran lunga la semplice assistenza e che mettono a dura prova l'equilibrio economico della gestione del Pio Albergo Trivulzio".

Il contributo, infatti, che il PAT riceve per pazienti affetti da Demenze da Regione Lombardia e Comune di Milano o da Regione Lombardia e familiari oscilla tra i 100 e i 130 euro al giorno per RSA Alzheimer e di 156 euro al giorno per la Riabilitazione".

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