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Venerdì, 19 Aprile 2024
Scuola

Sciopero per la scuola e per il clima venerdì 25 settembre: Friday for future scende in campo

L'attivista svedese e i ragazzi che a lei si sono ispirati ritornano a far sentire la loro voce in strada

Ambiente, consapevolezza ecologica e investimenti sull'istruzione. Sono gli argomenti alla base della protesta organizzata per venerdì 25 settembre da sindacati e studenti. Lo sciopero è promosso anche dai giovani di Friday for future, il movimento globale nato da Greta Thunberg. L'attivista svedese e i ragazzi che a lei si sono ispirati in tutto il mondo ritornano a far sentire la loro voce in strada.

Lo scorso luglio, con il sostegno di decine di scienziati ed esperti, Friday for future Italia ha lanciato la campagna #RitornoAlFuturo, un programma articolato in 7 punti, con proposte concrete per una ripartenza post-covid improntata a una transizione ecologica: un piano di investimenti pubblici per il progressivo abbandono dell’energia derivata da fossili in favore di energia da fonti rinnovabili. 

Sciopero scuola e sciopero clima (1)-2

In particolare, al punto 6 si chiede un aumento del finanziamento dell’istruzione pubblica e della ricerca, l’accesso libero a entrambe, nonché una condotta trasparente e libera da conflitti di interesse. Per questo Fridays for future Milano il 25 settembre co-organizzerà lo sciopero scolastico con priorità alla scuola, rete spontanea composta da studenti e insegnanti che raccoglie le diverse categorie legate alla scuola. 

"Come movimento - scrivono i ragazzi in un comunicato - chiediamo: 1) l’introduzione a tutti i livelli scolastici dell’educazione alla lotta ambientale e climatica. 2) L’abbandono della didattica antropocentrica a favore di un insegnamento che ponga un accento critico  sull’impatto delle attività umane sull’ambiente. 3) L’istituzione di progetti di educazione ambientale tenuti da esperti e studiosi del settore. 4) L’estromissione dal finanziamento di progetti di educazione ambientale di enti e società in aperto conflitto  di interesse, con particolare riferimento ad Eni, sotto processo per capi di imputazione riguardanti proprio  disastri ambientali e, per sua natura, contraria alla lotta per la giustizia climatica. 5) Il dirottamento dei finanziamenti alle industrie belliche e alle grandi multinazionali inquinanti a favore  dell’istruzione e della ricerca scientifica. Non c’è futuro senza istruzione. Non c’è istruzione senza futuro". 
 

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