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Mercoledì, 27 Settembre 2023
Vecchia Milano / Chinatown / Via Paolo Sarpi

Quando Chinatown era il Borgo degli ortolani

La storia del Borgh di Scigulatt in via Sarpi

Oggi Sarpi è soprattutto simbolo del cibo cinese. Salvo rare eccezioni, come ad esempio Otto e Cantine Isola, tutto il quartiere è letteralmente dominato dalla cultura asiatica. Tanto che, lo scorso dicembre, anche uno degli ultimi baluardi della milanesità, la storica macelleria Sirtori, ha ceduto l'attività al re cinese dei ravioli, il vicino e amico Agie Zhou. 

Tuttavia, forse non tutti ricordano, soprattutto i più giovani frequentatori dell'attivissimo quartiere, che un tempo, in corrispondenza dell’odierna Chinatown, Saripi faceva parte del Borgo degli Ortolani, un rione sito tra Porta Tenaglia e l’Arco della Pace. Più precisamente, il quartiere si sviluppava lungo le attuali via Canonica e via Piero della Francesca, dove le molte risorse idriche della zona (come il torrente Nirone) favorirono lo sviluppo di una serie di cascine, i cui prodotti, in particolare frutta, ortaggi e verdure, venivano coltivati, raccolti e venduti nelle vicinanze per via della loro veloce deperibilità. Fu per questo motivo che la zona prese il nome di Borgh di Scigulatt, letteralmente Borgo dei produttori di cipolle, e più in generale degli ortolani. Quando nel 1873 il comune dei Corpi Santi di Milano, di cui il borgo degli ortolani faceva parte, fu annesso a Milano, in breve tempo il quartiere iniziò a perdere la sua identità 

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L’immigrazione cinese a Milano iniziò nel 1920, quando un centinaio di uomini, reclutati come manovalanza dal governo francese durante la Prima Guerra Mondiale, giunse da Parigi. Provenivano da Zhejiang, provincia costiera a sud di Shanghai, nello specifico dalla città di Wenzhou. Le prime attività degli abitanti furono legate alla lavorazione della seta, in particolar modo per la produzione di cravatte, ma con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale la lavorazione fu convertita in quella della pelle, per fornire cinture militari ai contingenti italiani e tedeschi.

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All’inizio degli anni Novanta iniziò il vero e proprio boom: l’area divenne il punto di riferimento per i cittadini cinesi non solo di Milano ma anche del resto della Lombardia. Furono aperti supermercati, erboristerie, farmacie, librerie e altri esercizi in grado di soddisfare le richieste di prodotti autoctoni da parte della clientela cinese. Negli decenni successivi furono aperti anche negozi di servizi, come agenzie viaggi, parrucchieri ed estetisti. Ma negli ultimi anni, a fare la fortuna di Sarpi, diventato un luogo frequentato da tutti, ci hanno pensato i numerosissimi ristoranti cinesi. E, ironia della sorte, anche i loro tanti ortolani presenti proprio in via Sarpi e nelle arterie limitrofe, con gli ortaggi tipicamente cinesi come Karela, Okra, Tinda, Kaddù, Habanero.

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