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Coronavirus, come convincere gli anziani a non uscire di casa

Il decalogo dell'Università di Milano-Bicocca

E' un momento delicato per Milano e per l'Italia, a causa dell'emergenza coronavirus e dei dati allarmanti relativi al contagio degli ultimi giorni. Tutti i cittadini, fatta eccezione per il personale medico e per poche altre categorie, sono invitati a restare a casa salvo reali esigenze di prima necessità. Un monito estremo, che però in alcuni casi può salvare la vita, perchè è proprio per vincere il virus e liberarci della paura che ci viene chiesto di non uscire.

Per le persone anziane, però, questa prescrizione può costituire una richiesta difficile da rispettare; ecco perchè l'Università Bicocca di Milano ha stilato un decalogo per rassicurare gli anziani, la fascia della popolazione più debole e quindi più a rischio, e per convincerli a restare a casa.

1. Mantenere il contatto telefonico

Occorre che almeno attraverso il telefono gli anziani mantengano i contatti con i loro amici, con i figli, con le persone che avrebbero visto di persona. È importante che restare in casa non significhi rompere i ponti con le relazioni sociali che danno senso a questa età della vita. Non sarebbe male che ci si organizzasse anche per telefonare agli anziani che sono soli e che non hanno parenti e che magari fanno parte delle nostre conoscenze; in questo modo facciamo sentire anche a loro la nostra vicinanza.

2. Rassicurare sulla situazione famigliare

Le persone anziane devono essere rassicurate sul fatto che anche i loro figli e nipoti prestano la massima attenzione nell’osservare le regole di cautela, altrimenti al disagio di rimanere in casa si aggiunge l’ansia per i propri cari.

3. Ricordare i numeri da chiamare

Chi resta in casa ed ha una età avanzata, soprattutto se vive solo, deve essere rassicurato a proposito del fatto che comunque in caso di emergenza ci sarà un immediato intervento e soccorso: ricordiamo i numeri di telefono da digitare per le emergenze e allertiamo sempre i vicini, basta dare uno sguardo alle persiane aperte o chiuse.

4. Fare una telefonata in più

In questi giorni si è diffusa la notizia secondo la quale il virus “uccide soprattutto gli anziani”. Non si ha idea di come debba sentirsi un anziano quando le legge. Occorre ora più che mai far sentire la vicinanza a queste persone e valorizzare il loro ruolo nella società: basta una telefonata in più, una chiacchierata autentica, un saluto prima di andare a dormire per far capire che non c’è alcuna differenza di età che renda una vita meno degna di essere vissuta.

5. Dare speranza

Soprattutto per le persone anziane è importante dare speranza, mostrare che la lotta contro il virus è in corso, che la ripresa è possibile, che tutto passerà: occorre che queste persone non abbiano la percezione della resa o della depressione in chi le circonda o le sente quotidianamente.

7. Coltivare gli hobby

Se le persone anziane hanno degli hobby è il momento per coltivarli. Che sia la lettura, la televisione o qualsiasi altra forma di occupazione per trascorrere il tempo, non si tratta solo di un riempitivo ma di godersi questa forma di astensione forzata dalle uscite. Non c’è età per scoprire un nuovo passatempo o per leggere o rileggere un libro. Interessiamoci a questo e chiediamo loro di raccontarci la loro giornata.

8. Essere pazienti

Vi sono anziani che sono refrattari al rispetto delle nuove norme perché vogliono comunque uscire. Non serve terrorizzarli, occorre molta pazienza e magari l’alleanza di qualche amico della persona anziana che la convinca, attraverso una telefonata, a rimanere in casa e a cambiare le abitudini.

9. Fare la spesa on-line

Orgogliosi della propria indipendenza alcuni anziani rifiutano l’aiuto di altre persone per ricevere la spesa a casa o farla online. In questo caso l’esempio delle persone più giovani è fondamentale: se un figlio ordina on-line sia per sé che per il genitore fornisce un esempio del fatto che la vera indipendenza consiste nel saper chiedere aiuto quando ce n’è bisogno.

10. Non essere fatalisti

Ebebne sì, in situazioni come questa il fatalismo è uno dei nemici peggiori: occorre convincere tutti, non solo gli anziani, che il fato non esiste e che il virus non ha già scelto chi colpire indipendentemente dai comportamenti. Non possiamo andare a 200 all’ora in autostrada e dire «tanto se deve capitare un incidente capiterà lo stesso»: l’autoconservazione è un dovere per chiunque, pensando alle persone che ci vogliono bene.

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