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Da Milano all'hinterland inseguendo un sogno: la storia di Andrea e del suo Garden City Tattoo

Il tatuatore Andrea Bassi ha lasciato un importante studio di Milano dopo 8 anni per aprire a Cusano Milanino il suo Garden City Tattoo

Maggiore attenzione all'ambiente, riduzione del traffico cittadino, scelte di vita che mettono al centro proprio la qualità di quella vita, a volte data forse per scontata. Gli effetti del lockdown, in un anno di pandemia che ha cambiato un po' tutti noi, si rispecchia anche nelle abitudini degli italiani e nella scelta di molti di loro di preferire il paese alla grande città. Perchè, se è vero che grazie allo smartworking possiamo essere sempre connessi, la possibilità di guardare fuori e vedere un albero o un giardino, in una casa più grande e più economica di quelle in città, può fare tutta la differenza del mondo.

Succede allora che un giovane milanese di nome Andrea Bassi - professione tatuatore - decide di lasciare uno dei più importanti studi di tatuaggi di Milano in una zona centralissima vicino al Duomo, per trasferirsi a 10 Km dalla grande piazza e inaugurare poche settimane fa a Cusano Milanino il suo "Garden City Tattoo". 

L'omaggio alla "città giardino"

Una grande insegna verde, un’ampia vetrina, arredi in legno con materiali e mobili di riciclo e tante piante: lo spazio di "Garden City Tattoo" non è solo uno studio di tatuaggi, ma anche un luogo che rende omaggio al paese, con una piccola mostra fotografica dedicata a Cusano Milanino, spesso definita "la città giardino". Quando Luigi Buffoli - ferroviere e cooperatore, fondatore dell’Unione Cooperativa di Milano - la fondò, nel 1900, seguendo il modello anglosassone delle cities-garden di Howard, non avrebbe mai immaginato che esattamente 120 anni dopo un ventisettenne milanese avrebbe dedicato il nome della sua “bottega artigiana” alla città-giardino. Quella città che, con le sue eleganti villette in stile liberty, ha creato uno speciale tessuto urbano dell’hinterland settentrionale.

Una scelta controcorrente

Una scelta, quella di Andrea Bassi, che può sembrare originale, in un periodo in cui le attività commerciali chiudono o non riaprono, ma che diventa naturale quando si decide di investire nel proprio lavoro e nella propria vita, a prescindere dal luogo, forse come dovrebbe essere sempre, forse come sarà dopo la pandemia. Creando opportunità per gli altri, abbandonando il “milanocentrismo” a favore di una dimensione più sostenibile. La propria.

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