100 muri liberi sul cavalcavia di Milano
Forse molti cittadini non se lo ricordano, ma nel 2015 la giunta emanava una delibera detta “dei 100 muri liberi”. 100 zone della città date in pasto al graffitismo, senza controlli. Molti a suo tempo hanno protestato per una politica così assurda. Hanno detto che non è giusto far diventare porzioni della città, piccole o grandi che siano, come zone “extraterritoriali”, dove la legge non esiste più. Non solo, ma questi muri “liberi” si sa dove iniziano ma non dove finiscono. Ci sono delle targhette ogni tanto, ma nessuno si capisce se indicano solo quella porzione di muro, o tutto il resto del territorio. Ovviamente i writers hanno dato l’ interpretazione più estensiva possibile e ricoperto ogni superficie di disegni, generando un caos cromatico. Un esempio tipico è il cavalcavia del Ghisallo, uno dei più importanti e lunghi della città e biglietto da visita per chi accede a Milano nella parte nord. Qualcuno può onestamente dire che l’ estetica della zona ne abbia guadagnato? L’ idea stessa di permettere il graffito libero in certe zone per tutelare meglio le altre si è dimostrata una utopia e un boomerang. Un invito a nozze per chi vuole sbizzarrire i suoi istinti esibizionistici, a scapito della città e della decenza.