Il ghetto di Baranzate
"Ventidue anni di assenza delle amministrazioni e la situazione diventa insostenibile. Prima era comune di Bollate poi diventa comune di Baranzate, ma la solfa non cambia. Tutte le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi 22 anni hanno fatto orecchie da mercante alle continue e disperate richieste di aiuto da parte dei residenti in via Aquileia 12 e oggi la situazione è tragica. Un esempio lampante della distanza abissale che separa cittadini e istituzioni sorde e cieche di fronte a casi come questo dove un problema privato, in assenza di controllo e assistenza da parte dell’amministrazione comunale, si trasforma in un problema pubblico. Un condominio di circa 400 residenti in 132 appartamenti, riceve un’ordinanza la nr. 88 del 11/06/1996 del comune di Bollate in cui si impone la messa in sicurezza di alcune zone dello stabile e i lavori di consolidamento statico dello stesso. A questa sono seguite altre ordinanze riguardanti obblighi relativi a parti comuni e individuali del condominio. I lavori vengono sospesi nel 2005 per mancanza di fondi. Dalla prima ordinanza all’interruzione dei lavori, i condomini erano sospesi tra la minaccia di sgombero e un’amministrazione condominiale mai indirizzata alla tutela dei condomini che avevano sborsato somme ingenti (da un minimo di 32 ad un massimo di 86 milioni di lire) per un totale di oltre 1.600.000 euro. Il comune di Bollate, al centro di controversie promosse dall’amministratore, aveva forse la possibilità di intervenire soprattutto quando l’amministratore ostacolava i controlli sui lavori, ma non lo ha fatto. Dal 2002 le giunte del neonato comune di Baranzate non sono mai intervenute in modo efficace e completo per modificare lo stato delle cose. E così anno dopo anno il degrado avanza, come in un circuito vizioso: il palazzo diventa sempre più fatiscente, i debiti del condominio si accumulano, alcuni proprietari iniziano a non pagare anche le spese ordinarie, le case vanno all’asta e molte non vengono neppure vendute, iniziano le occupazioni abusive, con relativi subaffitti, si insediano spacciatori, delinquenti di ogni genere che trasformano il palazzo in zona di smercio, e intanto le condizioni dello stabile peggiorano mostrando crepe, crolli, gravi problemi di staticità. Un gatto che si morde la coda. Per non farsi mancare nulla il sindaco scarica sui proprietari onesti e incolpevoli la responsabilità di farsi emettere un certificato di abitabilità pur sapendo che questo costerà ai proprietari una ingente spesa in lavori necessari che non possono sostenere visti i debiti già in essere, e soprattutto tenendo conto che sono rimasti pochi i proprietari di casa determinati a cambiare le cose, mentre nella maggior parte si tratta di abusivi, malviventi e opportunisti. Tutto ciò comprensibile visto lo stato di degrado e di insicurezza che ha spinto nei decenni molti a lasciare il palazzo senza versare le spese ritenute ingiuste per i risultati pessimi ottenuti. Come si diceva un circuito vizioso in cui l’amministrazione si è inserita a gamba tesa anziché offrire un supporto. A ciò si aggiunga il problema della sicurezza mai affrontato dalle istituzioni locali e più volte denunciato anche a Regione, Prefettura e Procura di Milano. Negli anni la delinquenza ha preso possesso dello stabile e quindi del quartiere creando un traffico di stupefacenti e prostituzione fuori controllo e diventando pertanto non più solo, si fa per dire, un problema dello stabile di via Aquileia e dei suoi inquilini, ma di un’intera zona di Baranzate che ne fa le spese. Cosa chiedono perciò oggi i cittadini che vivono nel ghetto e anche quelli di tutto il quartiere intorno a via Aquileia? Chiedono forse soldi o una qualche forma di assistenzialismo? NO, loro chiedono di avere le istituzioni al proprio fianco per venire fuori da questa situazione, un sostegno, un supporto, tecnico e sociale, una presenza forte contro i fenomeni delinquenziali, pronti a rimboccarsi le maniche, pronti a mettere ancora mano al proprio portafogli, ma hanno bisogno di aiuto. Prima che qualche speculatore immobiliare giunga a fare piazza pulita, con qualche spicciolo offerto ai proprietari disperati, e rada al suolo il palazzo magari per espandere il centro commerciale appena autorizzato dall’amministrazione di Baranzate proprio al di là della rotonda. Le istituzioni devono tornare a tutelare gli interessi dei cittadini e non quelli degli speculatori e dei mega imprenditori commerciali, devono tutelare la sicurezza e la salute pubblica, DEVONO tornare a fare le istituzioni pubbliche. Non basta promettere sotto campagna elettorale, bisogna agire mentre si governa un paese. Questo ci si aspetta oggi dal sindaco e dalla giunta di Baranzate, questo chiedono i cittadini del Ghetto!".