"Il mio primo incontro ravvicinato con Milano Ristorazione"
"Cara Milano Ristorazione, credo sia ora che io dia sfogo al mio disappunto nei tuoi confronti. Lasciamo per un attimo da parte gli episodi di muffa nei budini. Il nostro terreno di scontro è la burocrazia. E tu, cara Milano Ristorazione, sei vincitrice, perché sei la macchina pachidermica e indolente, mossa da impiegati svogliati e stipendiati; io invece sono la formichina, che si arrabatta e combatte per tenere insieme le giornate, tra figli, lavoro e quant'altro. Ho un bambino che da un paio di mesi frequenta l'asilo nido. Si è preso una brutta influenza intestinale. Ho provato a fargli fare una dieta bianca per qualche giorno.Tu, cara Milano Ristorazione, te ne sei subito accorta. Mi hai fatto telefonare dalle educatrici, mi hai segnalato con puntualità ineccepibile che non stavo fornendo a mio figlio un'alimentazione equilibrata. Che prodigio di efficienza nel sottolineare i miei errori! Preoccupata per la salute di mio figlio, il 6 novembre ho chiamato la pediatra, la quale mi ha consigliato di fargli seguire per qualche settimana una dieta senza glutine e senza lattosio. "Benissimo, dico io, ma con l'asilo come si fa?" "Eh, mi risponde evasiva la dottoressa, forse sarebbe meglio se lo tenesse a casa per qualche settimana...". Non se ne parla nemmeno! Il bambino sta bene, abbiamo appena finito l'inserimento, non voglio assolutamente che perda l'abitudine di andare all'asilo. Così, decido (stolta!) di fare richiesta per una dieta sanitaria e per la prima volta mi rivolgo a te, cara Milano Ristorazione. Attenta! - Mi avvertono le educatrici del nido, le bidelle, le segretarie - sarà una lunga battaglia! Ma io (cretina) decido di provarci lo stesso. Mi procuro i moduli per la richiesta, li faccio firmare dalla pediatra, e la mattina dell'8 novembre mio marito li consegna alla segreteria dell'asilo. Qui ci si accorge dell'imperdonabile errore che pagherò con settimane di frustrazione e lavoro mutilato: non ho compilato l'autorizzazione al trattamento dei dati. Che problema c'è? Pensano in un primo momento quello sprovveduto di mio marito e della segretaria dell'asilo: l'autorizzazione verrà firmata dal papà. La domanda, così compilata, parte quindi verso i polverosi lidi di Via Quaranta 41. Ieri, 15 novembre, dopo una settimana, mi telefona la segreteria dell'asilo, e mi segnala che la domanda è stata respinta perché (cretini) abbiamo pensato che un padre potesse autorizzare il trattamento dei dati di suo figlio. Ma niente paura, mi dicono dalla segreteria: se non fosse per questo cavillo, la domanda sarebbe stata approvata. Manca poco alla fine del tunnel. Per risolvere il problema, bisogna soltanto andare il via Quaranta e consegnare in segreteria il modulo corretto. Lo faccia subito, signora! Così magari già domani la situazione sarà risolta. Benissimo. Ieri pomeriggio mi fiondo in via Quaranta, nella tana del nemico. Tana alla quale non ho la possibilità di accedere. A impedire il mio passaggio ci sono delle impiegate: mi spiegano che quelli dell'ufficio diete sono molto impegnati. Stamattina riesco con fatica a mettermi in contatto con l'impegnatissimo personale dell'ufficio diete, che è talmente oberato da poter rispondere al telefono solo un'ora al giorno. Racconto la mia situazione alla gentile impiegata dall'altra parte del telefono e lei mi tranquillizza: conosce il mio caso! Addirittura! Posso osare sperare che mio figlio oggi possa mangiare all'asilo? Giammai! Risponde sdegnata. Forse settimana prossima! L'esasperazione a questo punto prende il sopravvento: posso almeno sapere come mai? La risposta è come sempre sibillina. Ci sono altre priorità. E niente, la situazione è questa, cara Milano Ristorazione: gli impiegati che lavorano nei tuoi uffici bevono il tè e hanno altre priorità. Io intanto da quasi due settimane posso lasciare mio figlio al nido per non più di due ore, ovviamente pagando il servizio a prezzo pieno, con danni al mio lavoro e alla mia salute (quasi dimenticavo, sono incinta all'ottavo mese, e devo lavorare la mattina presto e la sera tardi - quando il bambino dorme - ma la cretina sono di nuovo io che mi ostino a voler fare figli in questa società ostile, con buona pace del ministro Lorenzin e del fertility day). Ora torno al lavoro, cara Milano Ristorazione. Tu continua a fare merenda in santa pace".