Presidio contro la "Casa dei diritti"
La mattina di sabato 22 ottobre un gruppo di persone ha effettuato un presidio di protesta davanti alla cosiddetta "Casa dei Diritti" del Comune di Milano, sita in via De Amicis, chiedendone la immediata chiusura.
"Si tratta di un Ente di indottrinamento ideologico a senso unico, e cose del genere non devono esistere in un sistema democratico", affermavano i manifestanti.
Ricordiamo che questa struttura (voluta dall' assessore ai servizi sociali Majorino nel 2013) dietro il paravento di servizi molto "discutibili" (come lo sportello LGBT o quello per i genitori "same sex") effettua una capillare attività di propaganda indirizzata verso la ideologia arcobaleno , dei "nuovi diritti" e delle tesi radicali sul fine vita.
Afferma Matteo, fra gli organizzatori del presidio: "I convegni, gli incontri e tutte le attività che si svolgono in questa pseudo-istituzione , e pure gli articoli che troviamo sulle loro pagine Internet, sono orientati in un certo senso, e senza contraddittorio. Si tratta di una vera e propria struttura di regime. Ciò non è ammissibile. In uno stato democratico ognuno ha diritti di pensarla come vuole. Ma proprio per questo la propaganda di parte deve essere effettuata da partiti politici, associazioni private non direttamente dall' Ente Pubblico mediante le sue istituzioni. Ciò è un abuso di potere e di un uso distorto dell' Ente".
A conferma di quanto affermato, sul banchetto situato all' interno della Casa abbiamo trovato dei cartoncini che propagandano una rassegna dal nome "Illecite . Visioni", al cui interno è previsto un "progetto" dedicato alle scuole medie superiori. Si chiama "Peter Pan guarda sotto le gonne".
Che senso ha una struttura pubblica, che mette in giro questa roba?
Cosa vogliono quindi i contestatori della Casa dei Diritti? Che cambi? Che si "riformi"? Che diventi più "pluralista"?
No, vogliono che sparisca. Perchè, comunque sia, non è compito delle Istituzioni, propagandare idee, visioni del mondo e giudizi di valore sulla realtà, magari spacciandole come "super partes".
Sul volantino che è stato distribuito dai manifestanti, e consegnato pure a qualche assessore di passaggio, leggiamo:
" ... Cosa vogliamo?
Che la "Casa dei Diritti" diventi più "democratica"? Aggiunga "nuovi diritti" nel suo menu? Organizzi convegni in contraddittorio alla Pardi? Faccia vedere il problema della sessualità non solo dal punto di vista delle associazioni LGBT, ma anche di quello delle associazioni dei genitori? Condivida i commenti di Papa Francesco oltre a quelli dell' Arci Gay sulla sua pagina facebook? No, non crediamo infatti che sia possibile rendere pluralista una struttura del genere, perché la "Casa dei Diritti" nata nel segno di una VISIONE IDEOLOGICA DEL PENSIERO UNICO DOMINANTE.
UNA STRUTTURA DEGNA DI UN REGIME TOTALITARIO COME QUESTA,
VOGLIAMO CHE VENGA CHIUSA!
Non è compito del Comune di Milano e delle istituzioni ergersi a dispensatrice di "verità" e promotrice di "ideologie".
Majorino e il sindaco Sala realizzino pure coi soldi delle ricche multinazionali che li appoggiano quello che vogliono. Lascino ai milanesi diritto e libertà di pensarla come credono su temi etici e delicati, come gender, famiglia, educazione dei figli, aborto, eutanasia, senza bisogno di "indicazioni" di un ENTE DI PROPAGANDA.
IL MINCULPOP FASCISTA TANTO CARO ALLA SINISTRA, O IL MINISTERO "PER PROMUOVERE LA VIRTÙ E COMBATTERE IL VIZIO" DEI TALEBANI, NON CI SEMBRANO ESEMPI DA IMITARE PER UNA MILANO PROIETTATA NEL FUTURO…"