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Black Friday

Quando le città moderne offrono angoli dove il tempo sembra essersi fermato

A Milano, il ristorante che propone un’esperienza culinaria che unisce tradizione e modernità, con un menu di Natale tutto da scoprire.

Quante volte avremo sentito espressioni come “l’apparenza inganna”, oppure “l’abito non fa il monaco”, spesso utilizzate in riferimento a persone?

Questo caso rappresenta un’eccezione, poiché il pregiudizio non ricade su un individuo, bensì su di un luogo in particolare, le grandi città. Nell’immaginario collettivo, infatti – oltre ad opere storiche ed architettoniche, che ne raccontano la storia – esse non possono che offrire aspetti che richiamano la modernità, quasi rappresentassero ormai il simbolo di un mondo che viaggia sempre più veloce e al quale dobbiamo adattarci.

La realtà rivela che, se si è disposti a scavare più a fondo, ognuna di loro offre scorci incantevoli e angoli che, invece di guardare al futuro, non hanno occhi che sul passato. Prendiamo l’esempio di Milano, al di là delle nuove aree contornate da altissimi grattacieli, con uffici, aziende e uomini d’affari coinvolti in una perenne corsa contro il tempo, al di là della mentalità che vuole i suoi cittadini sempre attivi e performanti, la metropoli meneghina regala alcune peculiarità che danno l’illusione che le lancette degli orologi non si siano mai spostate.

Immergendosi nel cuore della città, perdendosi tra vicoli e antichi palazzi, si incontra Brera, con le sue strade di ciottoli, i tram e i caratteristici locali della zona. A pochi passi dalla Pinacoteca e dalla Biblioteca Nazionale, troviamo Nabucco, una piccola perla che unisce tradizione e modernità.

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Una fusione tra storia e modernità

Omaggio d’amore verso il teatro e l’opera lirica, il ristorante Nabucco, accende per la prima volta i fuochi della sua cucina nel 1970 e diviene presto simbolo della cucina tradizionale milanese, ponendo particolare attenzione alla qualità e stagionalità degli ingredienti, selezionati ed inseriti in un menu d’altri tempi.

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Inizialmente caratterizzato da pareti ornate da storici programmi del Teatro della Scala e ritratti di Giuseppe Verdi, oggi, a distanza di 52 anni, attraverso una raffinata opera di restyling degli spazi e della proposta culinaria, il Nabucco viene riportato ai vertici delle migliori ristorazioni di Milano, conservando il suo “inconfondibile fascino e il prezioso legame con la sua storia”.

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A dimostrare e realizzare il cambiamento più grande, l’arrivo del giovane Chef Giancarlo Vetrei, maestro nel reinterpretare piatti tradizionali, da sempre simbolo dell’autentica cucina milanese del ristorante: dalla rivisitazione in chiave moderna dei grandi classici come il risotto con l’ossobuco in gremolada alla trippa, i mondeghili in fonduta di bitto e vitello tonnato, l’iconica costoletta alla milanese, fino al classico zabaione all’amaretto e lingue di gatto. Un menù ricercato e in cui si inseriscono anche proposte vegane e piatti di pesce fornito ogni giorno dal celebre Mercato Ittico di Milano.

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Menu di Natale: il viaggio di un piatto per ritornare alle origini

Con un signature dish, il menu di Natale porta la firma dello Chef Giancarlo Vetrei, che desidera ricordare la sua terra e far provare le sue stesse sensazioni ed emozioni agli ospiti del ristorante. Protagonista assoluto è il carciofo, che riporta alla memoria i tempi in cui lo stesso Vetrei abitava a Napoli e ogni domenica mattina, a fare da sveglia, c’era il profumo di carciofo arrostito – la cosiddetta “Carcioffola Arrostita” – dei venditori ambulanti, che si fermavano sotto casa.

In onore delle festività natalizie, come richiamo alle origini, propone la rivisitazione dello stesso piatto, in una ricetta tutta da scoprire. Passaggi lunghi e precisi, prevedono la pulizia del carciofo, eliminando le foglie dure e in eccesso, e l’immersione in acqua e limone perché non si annerisca. Inserito successivamente in un sacchetto sottovuoto e condito con olio evo, sale e pepe, si procede con una cottura lenta e a bassa temperatura. Nel frattempo, vengono create a parte una salsa all’aglio dolce, una fonduta di pecorino e – grazie ad un attento procedimento – si estrae il succo di prezzemolo da unire alla ricetta. Il carciofo, prima di essere servito insieme agli altri ingredienti, viene bruciato e ri-cotto sulla piastra rigata, per dare quell’impatto visivo che sembra arrostito. A chiudere l’opera, l’uso di un affumicatore con legno di quercio, che ricorda l’odore della brace in funzione.

Come vivere l’esperienza

Per ricevere ulteriori informazioni in merito al ristorante, avere i dettagli necessari per effettuare una prenotazione e non perdere l’occasione di vivere un’esperienza unica, è possibile consultare il sito internet www.nabucco.it.

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