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Digital transformation

Fare cultura attraverso i social: la nuova sfida dopo il lockdown

Nonostante la riapertura delle attività culturali molti musei, cinema e teatri continuano a proporre attività e spettacoli in streaming. Obiettivo? Fare cultura attraverso il digital

I numerosi lockdown a causa della pandemia hanno posto il mondo intero di fronte ad un cambiamento epocale: la trasformazione digitale ha infatti subito un'accelerata improvvisa, in ogni forma e in ogni settore. Dal boom degli e-commerce alla modalità di partecipazione agli eventi in streaming, i cittadini chiusi in casa per mesi hanno trovato - e spesso scelto, a fronte di un’offerta sempre più varia - nuove forme di fruizione dei contenuti.

I cambiamenti dell'industria culturale

È il caso anche dell’industria culturale, che se durante la chiusura di teatri e musei ha subìto un brusco arresto, di fatto non si è mai del tutto fermata: complice l'aumento di canali on-line (inteso come siti Internet, pagine social e dirette streaming), il grande mondo dell’edutainment ha continuato, in parte, a funzionare, accompagnando il pubblico nella scelta dei contenuti.

Musei, teatri, cinema e spazi condivisi hanno trovato nuove modalità di coinvolgimento degli utenti, che dal divano di casa loro hanno avuto la possibilità di partecipare ad incontri, performance, dibattiti e spettacoli. Una scelta nata da una necessità impellente, ma che, in parte, sembra rimanere anche dopo la riapertura delle attività culturali. Da Nord a Sud, in tutta Italia, sono infatti numerosi gli appuntamenti culturali on-line: dagli Open Day delle università, che è possibile seguire sia in presenza che in streaming, a vere e proprie stanze virtuali create dai teatri, dove ascoltare podcast o assistere ad incontri, il mondo della cultura parla sempre più la lingua dell’online.

La virtualizzazione dei musei

In questo senso, anche la cosiddetta “virtualizzazione” dei musei ha permesso – e permette tuttora – una fruizione dei contenuti a distanza, attraverso visite guidate online, alla scoperta delle più belle opere d’arte. Ecco che allora un’istituzione culturale come un museo trova nel marketing diverse affinità con le aziende: deve, ad esempio, saper vendere il proprio prodotto meglio dei competitors, necessitando di un professionista che coordini le molteplici attività digital.

Nel panorama italiano, i musei che curano di più i propri canali social si trovano soprattutto nell’ambito artistico, in particolare contemporaneo, come il Museo del ‘900 di Milano o la Peggy Guggenheim Collection di Venezia; per quanto riguarda invece i musei di storia e archeologia, generalmente si hanno contenuti più scarni e spesso con pura funzione informativa, fatta eccezione per alcune grandi istituzioni come il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e il Museo Egizio di Torino, che propone tour virtuali e visite scolastiche digitali.

Cosa deve fare il mondo della cultura per ottenere una trasformazione digitale di successo

Se, come abbiamo visto, la trasformazione digitale investe e coinvolge sempre di più il mondo della cultura, occorrono però almeno tre azioni specifiche per far sì che questo processo sia virtuoso e di successo:

- 1 Avere dei driver strategici

Innanzitutto, le istituzioni culturali (musei, cinema e teatri) devono avere ben chiare le direzioni strategiche da seguire, portando avanti e diffondendo dei valori coerenti con il brand;

- 2 Entropia culturale

Tradotto: valutare lo stato attuale dell’organizzazione e vedere su quali valori si basa, migliorando la comunicazione, coinvolgendo tutti gli attori e snellendo gli aspetti burocratici;

- 3 Coinvolgere gli utenti

Ultimo, ma non meno importante, capire come vogliono vivere le persone nell’organizzazione in relazione ai valori, cioè quale cultura desiderano abbracciare (disruptive o tradizionalista, giusto per fare degli esempi).

Ecco che allora, quando la cultura avrà ben copreso come utilizzare al meglio i canali digital, si potrà parlare davvero di un mondo - quello dei musei, dei teatri e dei cinema - fondato su innovazione e adattabilità, e in grado realmente di abbracciare e sfruttare la trasformazione digitale.
Il processo è iniziato, e non è detto che il cammino sia ancora lungo.

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