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Nuovo stadio a San Siro, il comitato contro il Comune di Milano: «Ci nega l'accesso agli atti»

La risposta - negativa - sull'aggiornamento dello studio di fattibilità presentato da Milan e Inter per il nuovo stadio

Accesso agli atti negato alla presidente di un comitato di quartiere. Succede a Milano, e succede su un tema caldo, caldissimo, che nei prossimi mesi se possibile lo sarà ancora di più: il nuovo stadio a San Siro. Una questione che, ormai, con ogni probabilità verrà rinviata alla prossima giunta e al prossimo consiglio comunale, dopo il voto nel 2021, per ragioni "politiche". Intanto, però, è arrivata una "doccia fredda" al Coordinamento San Siro, il comitato che si batte per la ristrutturazione dell'attuale Meazza.

E' la presidente, Gabriella Bruschi, a rendere nota attraverso i social la risposta (negativa) alla richiesta di accesso agli atti da lei avanzata agli uffici di Palazzo Marino. La Bruschi, a novembre, aveva chiesto di visionare l'aggiornamento dello studio di fattibilità presentato da Milan e Inter. Dopo metà dicembre è arrivata appuno la risposta. Ma non quella che il Coordinamento San Siro si aspettava.

«Grande delusione per il comportamento del Comune», commenta la presidente diffondendo la notizia. «E' una cosa grave che neghino l'accesso agli atti. Non tanto per il contenuto (si tratta - per fortuna - di uno studio di fattibilità e non del progetto definitivo), ma è la forma che non va». Il responsabile del procedimento ha messo nero su bianco che «la documentazione costituente l’aggiornamento dello studio di fattibilità verrà resa disponibile nel momento in cui dovesse venire approvata dalla giunta comunale».

«Solo dopo il voto della giunta, cioè quando sarà molto più difficile, se non impossibile, agire», il commento della Bruschi, che annuncia di valutare un'azione legale contro il respingimento della richiesta. La questione riguarda, come detto, l'aggiornamento dello studio di fattibilità dopo che la giunta di Milano, a novembre 2019, aveva chiesto ai due club di rispettare sedici condizioni "restrittive", precedentemente deliberate dal consiglio comunale. La giunta deve ora valutare ed eventualmente approvare l'aggiornamento della fattibilità.

La "diatriba" sulla proprietà del Milan

Contemporaneamente i fautori del mantenimento del Meazza con relativa ristrutturazione si battono anche su un altro fronte, questa volta con Palazzo Marino al loro fianco: la richiesta formale dei "reali beneficiari" dei due club milanesi. Con implicito riferimento, però, al Milan, di cui la trasmissione Report ha messo in dubbio che sia effettivamente controllato dal fondo americano Elliott. Anche se, a vedere i documenti di trasparenza dal Lussemburgo (Paese in cui ha sede la Project Redblack, proprietaria del Milan), le azioni che danno diritto di voto e beneficio economico sono quelle detenute dal fondo (e quindi dal suo legale rappresentante, Paul Singer) e solo per il 4% (circa) quelle detenute dai due finanzieri italiani D'Avanzo e Cerchione che, invece, per Report sarebbero i controllori effettivi del club rossonero.

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