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Serie A. L'Inter esce sconfitta in casa della Lazio, il match termina 3 a 1

Molto trambusto nel match tra i biancocelesti e i neroazzurri: due rigori, nove gialli, un rosso a partita conclusa e un inizio di rissa nel finale

Simone Inzaghi immaginava sicuramente un diverso epilogo per il suo ritorno all’Olimpico, versante Lazio.

In realtà, i momenti che hanno preceduto Lazio-Inter gli avranno provocato commozione, per i ricordi legati ai suoi 22 anni trascorsi a Formello ma, soprattutto, per l’accoglienza ricevuta dai tifosi, che hanno capito le sue scelte di vita e non hanno dimenticato il felice recente passato, e in questa ottica lo hanno festeggiato.

Eppure, il passaggio in quel di Roma è risultato molto amaro per il neoallenatore dell’Inter, in un match in cui non sono mancati i rigori (uno per parte, Perisic e Immobile), tante polemiche e la rabbia finale della squadra milanese.

L’Inter aveva chiuso il primo tempo in vantaggio, ma alla fine esulta la Lazio, che ha ribaltato la situazione e chiuso con un perentorio 3 a 1.

Ma in campo è successo un po’ di tutto, soprattutto nelle fasi finali del match.

I milanesi, privi dei sudamericani arrivati in Italia poche ore prima, per gli impegni con la nazionale (Lautaro e Correa erano comunque in panchina, e nel finale sono anche entrati), si aggiudicano il primo tempo grazie a un rigore concesso per un infelice intervento di Hysaj su Barella.

Al 19’ minuto del secondo tempo La Lazio pareggia, a seguito di un “mani” di Bastoni sanzionato dall’arbitro.

A nove minuti dalla fine arriva poi la rete di Felipe Anderson, con Dimarco a terra dall’azione precedente (ma l’Inter, col suo giocatore steso in campo, aveva proseguito verso la porta di Reina) che scatena la furia dell’Inter e provoca scene spiacevoli in reazione al fatto che i calciatori della Lazio non avevano messo il pallone fuori, manovrando la ripartenza conclusa poi da un tiro di Immobile respinto da Handanovic e dal successivo tocco decisivo di Felipe Anderson.

Nascono da qui le polemiche interiste prolungate rivolte al brasiliano, tacciato di mancato fair play.

Regolamento alla mano, l’unico ad avere il potere di fermare il gioco è l’arbitro e in quel caso non era tenuto a farlo, e il VAR ha confermato la validità della rete.

Forse Anderson avrebbe potuto fermarsi prima, come proposto dalla casistica del passato, ma ciò che restano sono le diatribe e i tentativi di rissa in campo.

Dopo questo episodio l’Inter perde la bussola e Milinkovic Savic arrotonda il bottino che determina il 3 a 1 finale per la Lazio.

La squadra di Sarri riscatta la brutta prova di Bologna e festeggia, ma il gioco a cui anela il tecnico toscano è ancora all’orizzonte, con un rendimento fortemente altalenante.

Simone Inzaghi non fa drammi ma autocritica e a fine gara ammette che i suoi hanno perso la testa, perché “ci sta che l’arbitro non fermi il gioco e che l’avversario non la metta fuori”.

Ora occorre concentrarsi sul doppio confronto con lo Sheriff Tiraspol, l’attuale classifica di Champions non può far dormire sonni tranquilli.

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