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Champions League. Junior Messias dai tornei UISP alla notte di Madrid: una storia da sogno

Dall'infortunio alla rinascita con i rossoneri, una serata incredibile per il numero 30

L’uomo del giorno è Junior Messias, non ci sono dubbi.

Da quando il suo passaggio dal Crotone al Milan è diventato realtà, il focus si è spostato sul sociale, sulle casualità della vita, sulle sliding doors, tutti argomenti appropriati che esaltano una storia da libro cuore, ma non si arriva a certi livelli per mera fortuna.

C’è tanta sostanza dietro: una classe pura - tipica dei giocatori brasiliani -, uno spirito di sacrificio che deriva da una giovinezza fatta di lavoro duro - mentre i suoi coetanei vivevano l’emozione del settore giovanile importante -, una propensione a “riempire” tutte le posizioni d’attacco, saltando l’uomo come si faceva un tempo. E poi tanta umiltà.

Non è facile arrivare a Milanello dopo la provincia, la forma fisica non è consona alla richiesta, e quando questa prende sostanza arrivano i conseguenti incidenti muscolari, tipici per chi non gioca da molto e non ha l’abitudine a certi ritmi di allenamento.

Un esordio a Bergamo, dove si mette in mostra ma causa un rigore.

Dopo un infortunio rientra a Firenze, proprio il giorno in cui il Milan cade per la prima volta in campionato.

E poi la chance di Madrid.

C’è da immaginarsi lo stato d’animo, dai campetti di periferia al Wanda Metropolitano tutto esaurito.

Quando viene chiamato in causa c’è una buona mezz’ora di gioco e il risultato ancora in bilico, mentre arrivano le buone notizie da Liverpool.

In quei trenta minuti tutto il mondo lo sta guardando, non solo gli amici e i parenti.

Un paio di buone azioni in cui guadagna punizioni interessanti, una bella fuga in area con passaggio decisivo per Bakaioko che potrebbe segnare e poi… la perla.

Kessy, imbeccato da Hernandez, mette una palla perfetta in mezzo e Junior, che aveva dato vita all’azione, va a concludere di testa ed entra nella storia del Milan Calcio.

Si può solo immaginare il suo stato d’animo, i suoi pensieri: dai tornei UISP a eroe europeo.

Pioli conta, anche, su di lui, perché lo osserva quotidianamente al lavoro, e Junior risponde.

Il dopo partita è tutto suo, of course, ma anche questa volta il giocatore del Milan sottolinea la sua fede incrollabile, perché ci sarà un disegno superiore se oggi può giocare vicino a Ibra, uno che, forse, sino a un paio di anni, avrebbe potuto vedere solo sulla Play Station, caso mai ne avesse avuto il tempo.

I sogni a volte si avverano e la storia di Juonior Messias meriterebbe di diventare elemento didattico in ogni scuola calcio, partendo dalla seguente verità, fatta emergere dal giornalista Paolo Condò a fine gara: “Con quello di Madrid, sono quattro i gol di testa realizzati in carriera dal brasiliano, con i primi tre siglati contro Caratese, Bustese e Arzachena”.

Segnare all’Atletico Madrid appare come un miglioramento significativo che lascia ben sperare!

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