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San Siro: il nuovo stadio di Milano è più vicino, 'nostalgici' sconfitti?

L'accelerazione di Sala: due incontri con i club e il via libera alla deliberazione d'interesse pubblico, forse in giunta già la settimana prossima

Si farà, dunque, un nuovo stadio a San Siro. Venerdì una netta accelerazione in questo senso, con il secondo incontro in una settimana tra il sindaco di Milano Giuseppe Sala, l'amministratore delegato dell'Inter, Alessandro Antonello, e il presidente del Milan, Paolo Scaroni. La nota di Sala dopo l'incontro sembra descrivere una strada spianata per la realizzazione dell'impianto come da volere dei due club.

Il punto sulla questione stadio

Il sindaco ha dichiarato di avere fissato tre paletti fondamentali, due dei quali sono nient'altro che la riproduzione di quanto già presentato dai club nel dossier: il rispetto dei volumi del nuovo stadio indicati nel piano di fattibilità e la riconversione dell'area dell'attuale Meazza in distretto dello sport all'interno di un contesto verde. Il terzo paletto dettato dal sindaco vuole che le nuove costruzioni non deroghino da quanto previsto e consentito nel Piano di governo del territorio vigente, cosa che sarebbe in teoria possibile utilizzando la "Legge Stadi". I club si sono trovati d'accordo su tutt'e tre i paletti.

Presto la dichiarazione d'interesse pubblico

Sala ha concluso che, visto l'accordo, la giunta procederà "rapidamente a deliberare il pubblico interesse". Magari già la settimana prossima. Con questa dichiarazione la strada sarà realmente spianata e i club presenteranno il progetto definitivo (dovrebbe essere, secondo i rumors, la 'Cattedrale' di Populous). Intanto, ed è forse l'unica vera novità dell'incontro, è stato deciso che la cerimonia d'apertura delle Olimpiadi invernali 2026, prevista a San Siro, si svolgerà in ogni caso al Meazza e non nel nuovo stadio. Secondo Sala, "come tributo alla sua gloriosa storia"; secondo alcuni osservatori, perché non vi sarebbe certezza della fine lavori del nuovo impianto per quella data.

Tra i primi a commentare positivamente l'incontro, il leader della Lega Matteo Salvini che, dopo avere 'boccato', anni fa, l'abbattimento del Meazza, si è 'convertito' al nuovo stadio: "Bene, finalmente. Spero ci siano stadi nuovi in tutta Italia, che vuol dire posti di lavoro e più sicurezza. Con stadi più sicuri, più piccoli e più moderni. A Milano, e non solo, si è perso tanto tempo", ha commentato.

Imbarazzo tra i contrari del centrosinistra

Nel centrosinistra, tra coloro che sono da sempre contrari al nuovo impianto, c'è aria di sconfitta e di buon viso a cattivo gioco. L'esponente del Pd Alessandro Giungi, per esempio, festeggia la notizia che non aumenteranno le volumetrie rispetto a quanto previsto dal Pgt, ma nota che "restano gli aspetti dell'impatto ambientale, di cosa rimarrà di San Siro, di quanto costerà ai tifosi vedere una partita" e di quanto frutterà il tutto (anche a favore del quartiere) al Comune di Milano.

Carlo Monguzzi, capogruppo di Europa Verde, parla di "parziale vittoria" sulla limitazione delle volumetrie, ma aggiunge: "Niente di fantastico, un semplice ritorno alla normalità", e ribadisce che è "incomprensibile l'ostinazione di abbattere il vecchio stadio e non la sua ristrutturazione (come da progetto dell'inter morattiana)".

Enrico Fedrighini, consigliere della Lista Sala, commenta che l'incremento di volumetrie sarebbe servito ai club a rendere sostenibile l'operazione dal punto di vista finanziario. Milan e Inter avevano sempre detto che si trattava di una precondizione. "Ora che queste volumetrie sono scomparse, quale progetto hanno in mente i club? Finanziato in che modo? Attraverso quali fonti e meccanismi?", si chiede Fedrighini: "Mi sbaglierò ma credo che, procedendo sui nuovi binari delineati, il tempo potrebbe portare consiglio e far lievitare l'opzione ristrutturazione del Meazza, modello Bernabeu".

"Abominio abbattere la Scala del calcio"

Più duro Marco Bestetti, consigliere di Forza Italia da sempre contrario ad abbattere il Meazza. "L'annuncio rappresenta una pagina molto triste per Milano e il calcio italiano", commenta l'ex presidente del Municipio 7 (quello di San Siro): "La legittima richiesta delle società poteva essere ampiamente soddisfatta intervenendo sull'attuale impianto, così come dimostrato da numerosi autorevoli progetti di riqualificazione, uno dei quali commissionato proprio dall'Inter. Demolire la Scala del calcio, un monumento di Milano e dell'Italia nel mondo, è un vero abominio, che appare ancora più inaccettabile considerando l'artificioso e pretestuoso rinvio della decisione dopo le elezioni, per non assumersi la responsabilità davanti ai milanesi di una scelta così dolorosa".

Secondo Bestetti, infine, dalle dichiarazioni del sindaco "non emerge alcun riferimento al fondamentale tema degli investimenti nel quartiere circostante. Mi auguro che qualcuno non stia davvero pensando di investire 1,2 miliardi di euro solo all'interno del perimetro dello stadio, senza destinare nulla all'ambito limitrofo, dove ricordo si trova anche il critico quartiere di Piazzale Selinunte, sprecando in malo modo un'occasione irripetibile".

Prima di assumere formalmente qualsiasi decisione - conclude Bestetti - mi auguro quindi che la Giunta abbia il buon gusto di sottoporre al Consiglio comunale i termini della questione, per rispetto dei Consiglieri e di tutti i milanesi".

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