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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Donnarumma, Fassone (ad Milan): "Se ci ripensa, lo riabbracciamo"

L'amministratore delegato rossonero è convinto che ci sia ancora uno spiraglio per tenere il numero 1 del Milan

Il caso del mancato rinnovo con il Milan di Gianluigi Donnarumma fa parlare l'intera Italia. Il portiere (titolare con l'Under 21) ha anche subìto il lancio di dollari falsi ("Dollarumma") durante la partita della nazionale a Cracovia contro la Danimarca, oltre a minacce di morte indirizzate a lui e alla sua famiglia. Con il passare dei giorni emergono sempre nuovi particolari sulle fasi della trattativa tra la dirigenza del Milan e il procuratore Mino Raiola. Ed emerge anche, con sempre maggior chiarezza, che l'intenzione del giovanissimo portiere sarebbe stata quella di restare in rossonero.

"Se ci ripensa, lo riabbracciamo volentieri", ha fatto ora sapere Marco Fassone, amministratore delegato del Milan, sperando in una "mozione degli affetti" che ora sembra praticamente impossibile. Ma anche, forse, un tentativo di sgombrare le polemiche: sono tanti i tifosi milanisti arrabbiatissimi con lui e col direttore sportivo Massimiliano Mirabelli per essersi lasciati sfuggire la più importante promessa del calcio italiano.

Si conoscono ormai i termini del (mancato) accordo. Il Milan aveva offerto almeno quattro milioni e mezzo di stipendio netto al giocatore (che oggi guadagna circa 160 mila euro netti). E Donnarumma non riteneva affatto incongrua l'offerta. Il problema non è stato questo. L'altro elemento: la clausola rescissoria nel caso in cui a fine campionato 2017-2018 il Milan non si fosse qualificato per la Champions League e il giocatore volesse quindi andarsene. Raiola proponeva 50 milioni, il Milan sembra ne chiedesse 100. Infine la questione dei tempi. Fassone e Mirabelli avevano dato un ultimatum perentorio per chiudere.

E Fassone spiega perché, in una intervista del 19 giugno: "Normale pianificazione aziendale. Se lui va via, abbiamo bisogno di trovare un portiere di alto livello. Se ci avesse detto a metà agosto di andarsene, non avremmo avuto il tempo necessario". Nessun accenno su una "voce" che era girata per convincere ancor più Donnarumma a restare: ma è quasi certo che il Milan si era reso disponibile ad acquistare anche il fratello maggiore, Antonio, ora portiere dell'Asteras Tripolis (massima serie greca). 

Sembra chiaro, infine, che il Milan non cederà quest'anno Donnarumma. E' complicato trovare una società che lo voglia subito, disposta a spendere decine di milioni di euro (si parla di 20 o 40), visto che a gennaio potrà mettersi d'accordo con lui e rilevarlo nell'estate 2018 a parametro zero. Ma Raiola punta il dito e accusa la dirigenza milanista di avere minacciato il giocatore di "stroncargli la carriera", facendolo restare tutto l'anno in tribuna. "Si era creato un clima violento", ha affermato il procuratore: "Non era un ambiente che potevamo accettare". E ha smentito che si sia arrivati a parlare della clausola rescissoria ("se ne parla solo quando c'è un accordo").

Quello di Donnarumma pare quindi destinato ad essere un "giallo" non terminato. Per il momento, evidentemente, su una cosa il Milan e Raiola si trovano d'accordo: nel ribadire con forza che non era un problema di soldi. E pare vero. Ma è importante spiegarlo perché il lancio di dollari falsi a Cracovia dimostra un clima eccessivamente ostile nei confronti di un 18enne la cui serenità va in ogni caso tutelata. Il caso Donnarumma semmai rischia d'incrinare fin da subito l'affetto dei tifosi milanisti nei confronti della nuova dirigenza (e della nuova proprietà cinese), perché alla fine contano i risultati. E il risultato è che, al momento, il Milan ha perso un elemento destinato, forse, a diventare il portiere più forte del mondo.

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