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Morto Giagnoni, l'allenatore col colbacco

Il tecnico, ex allenatore del Milan nel 1974, è morto a 85 anni nella sua casa di Mantova

Il calcio piange Gustavo Giagnoni. Il tecnico diventato famoso come l'allenatore col colbacco è morto martedì sera a 85 anni nella sua casa di Mantova, sua città adottiva. 

Nato a Olbia, aveva iniziato a giocare - da difensore centrale - proprio con la squadra sarda, prima di arrivare alla Reggiana e al Mantova, dove era rimasto per sette anni riuscendo a portare i biancorossi in serie A. 

Ancora con il Mantova aveva iniziato la carriera da allenatore, che aveva avuto una svolta nel 1971, quando si era seduto sulla panchina del Toro, riuscendo a portare i granata a uno storico terzo posto. Proprio quell'anno era nato il "mito" del suo colbacco, che - come raccontava lui stesso - aveva iniziato a indossare per il freddo e aveva tenuto per scaramanzia perché l'arrivo del colbacco era coinciso con una serie di vittorie. 

Nel 1974 era sbarcato a Milano, sponda rossonera, dove era rimasto un anno prima di essere sostituito da Giovanni Trapattoni. Quindi, erano arrivate le esperienze - tante, tantissime - con Bologna, Roma, Cagliari, Cremonese, che era riuscito a riportare in serie A, e ancora una volta Mantova, dove aveva chiuso la sua vita calcistica ricoprendo il ruolo di direttore tecnico. 

"Dopo la difficile annata 1973-74, il Milan aveva bisogno di risalire in classifica e nel morale - il ricordo del club di via Aldo Rossi -. L'allora presidente Buticchi si affidò al carattere e alla personalità del tecnico col colbacco, Gustavo Giagnoni. Il Milan 1974-75 allenato dall'uomo di calcio sardo fu preciso e ordinato: un quinto posto a pochissime lunghezze dalle prime e la qualificazione in Coppa Uefa. Ancora oggi - si conclude il cordoglio del Milan -, grazie Gustavo".

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