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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Nuovo stadio, Sala: «Inter maleducata con me, ma forse qualche ragione ce l'avevo»

Il sindaco di Milano è tornato a parlare del nuovo stadio, "aprendo" di nuovo la porta al dialogo. E sull'addio di Conte: «Intuivo che avrebbe lasciato, dispiace. Ma il tifo è tifo»

E' tornato sulla questione del nuovo stadio, il sindaco di Milano Beppe Sala, ma anche dei rapporti (ultimamente con alti e bassi) con l'Inter, dopo la polemica dovuta alla richiesta del sindaco di conoscere il futuro della società prima di proseguire con l'iter di valutazione dell'impianto che dovrebbe sostituire il Meazza.

«Sono sempre pronto al dialogo - ha detto Sala a margine dell'inaugurazione del Giardino dei Bambini e delle Bambine -, certo è che sono stato svillaneggiato dall'Inter, solo perché mi sono permesso di chiedere garanzie prima di affidare dei lavori da un miliardo e 200 milioni su terreni nostri». Ed ha aggiunto: «Forse qualche ragione ce l'avevo», riferendosi all'esigenza del club di ridurre (di molto) i costi operativi. Dopo essersi tolto il sassolino dalla scarpa, il sindaco ha comunque mostrato distensione: «La vita è fatta di dissidi, a volte, ed io sono pronto a riascoltarli perché questo è il mio dovere».

Inevitabile anche un accenno all'addio di Antonio Conte che, la prossima stagione, non sarà più l'allenatore dell'Inter. Vestendo i panni del tifoso nerazzurro, Sala ha esrpesso il suo dispiacere: «Ci siamo scritti nei giorni scorsi e diciamo che forse avevo capito che andava a finire così. Il che mi dispiace perché, quando si vince un campionato, è chiaro che molto è merito dell'allenatore: è stato grandissimo». Ma «il tifo è tifo, quindi si andrà avanti. Piuttosto spero, da tifoso, di poter tornare allo stadio: ho promesso ai miei amici interisti che, se si può fare l'abbonamento al secondo anello, lo farò e lo farò con loro. Questi sono i momenti in cui bisogna stringersi intorno alla squadra».

La querelle tra Sala e l'Inter

Nervi tesissimi, a marzo, tra il sindaco e il club di viale della Liberazione. Sala, parlando del nuovo stadio, rispetto alle voci secondo cui Suning, società proprietaria dell'Inter, fosse alla ricerca di nuovi soci, aveva affermato che, «finché in particolare l'Inter non chiarirà il suo destino, le cose per noi devono essere ferme. Non stiamo parlando solo dello stadio ma di un progetto in cui la metà dell'investimento è sullo stadio e la metà è su altre cose». E aveva concluso: «Io non posso affidare un quartiere della città, per un così lungo periodo, a realtà di cui non è certa la proprietà futura».

Decisamente irritata la replica nerazzurra. «Fc Internazionale Milano - si leggeva in una nota ufficiale del club - ha una storia gloriosa ultracentenaria. Esisteva prima del Sindaco Sala e continuerà ad esistere anche al termine del suo mandato. Troviamo le dichiarazioni del sindaco di Milano offensive nei confronti della proprietà, irrispettose verso la storia e la realtà del club e i suoi milioni di tifosi a Milano e in tutto il mondo nonché irrilevanti rispetto all’attuale iter amministrativo del progetto Un Nuovo Stadio per Milano. Se dovesse essere confermato che l’Inter e la proprietà non sono gradite all’attuale amministrazione, sapremo prendere le decisioni conseguenti».

Il botta e risposta aveva avuto un'eco nella politica cittadina. Il centrodestra aveva colto la palla al balzo assicurando che, se la triade Lega-Fratelli d'Italia-Forza Italia vincerà le elezioni in autunno, il nuovo stadio si farà. Il centrosinistra aveva invece difeso Sala, sia nel merito sia per i modi della replica nerazzurra.

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