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"Sono morto per 5 minuti": le prime parole, e i sogni, di Eriksen dopo il malore

L'ex nerazzurro parla per la prima volta dopo il malore che lo ha quasi ucciso. E annuncia che tornerà a giocare

La paura, e la sorpresa, del passato. I sogni per il futuro. Christian Eriksen, l'ormai ex centrocampista dell'Inter che lo scorso 12 giugno ha rischiato di morire in campo durante Danimarca-Finlandia degli Europei, torna a parlare per la prima volta dopo l'arresto cardiaco di quel giorno. 

Intervistato da Drtv, il danese - che ha dovuto lasciare i nerazzurri perché ha un defibrillatore impiantato sotto pelle che in Italia non è "accettato" per l'attività agonistica - ha ricordato i momenti trascorsi in ospedale a Copenaghen e i giorni dopo la grande paura. "È stato incredibile che la gente abbia sentito il bisogno di scrivermi e mandarmi dei fiori - ha detto l'ex Inter -. Quello che mi è accaduto ha colpito moltissime persone, che hanno sentito il bisogno di farlo sapere a me e alla mia famiglia. Questo mi rende davvero felice".

"Quando ero ricoverato mi dicevano che continuavo a ricevere fiori e mi sembrava strano che qualcuno volesse fare quel gesto perché ero morto per cinque minuti", le parole dell'ex 24 nerazzurro. "È stato straordinario, nonché un grande aiuto per me ricevere tutti quegli auguri di pronta guarigione. Molti ancora mi scrivono. Il supporto che ho ricevuto da ogni parte del mondo mi ha aiutato ad attraversare questo momento".

E il momento, in effetti, sembra proprio superato. Perché Eriksen è tornato a parlare anche di sogni e futuro: "Il mio obiettivo è giocare il Mondiale in Qatar. Voglio giocare, questo è stato il mio spirito fin dall'inizio. È un sogno. Che poi venga selezionato è un altro discorso, ma il mio sogno è tornare - ha annunciato il danese -. Sono sicuro di poterlo fare, perché non mi sento per nulla diverso. Fisicamente sono al meglio della forma, ora voglio giocare a calcio e dimostrare che sono tornato allo stesso livello di prima. Voglio tornare a giocare in nazionale, voglio tornare al Parken. Il mio cuore - ha concluso - non è un ostacolo".

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