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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Martin Castrogiovanni "la vera sfida è insegnare ai ragazzi a perdere"

L'ex rugbista di fama mondiale racconta la sua Academy aperta a ragazzi e ragazze. Con una nuova, importante tappa a Milano

Grandissimo sportivo, uomo di valore, personaggio televisivo: Martin Castrogiovanni è tantissimo, e ancora di più, e non basta una definizione per racchiudere la ricchezza della sua persona.

Lo incontriamo in occasione della nuova tappa estiva a Milano della Rugby Castro Academy, il suo camp estivo per ragazze e ragazzi dagli 8 ai 17 anni, che si svolgerà anche a Noceto, in provincia di Parma e, per due settimane, a Piancavallo, in provincia di Pordenone.

Martin e il suo team saranno a Milano dal 12 al 16 giugno, presso lo Sport Village di Assago (e sì, le iscrizioni sono già aperte).

Buongiorno Martin, raccontaci la tua Rugby Castro Academy: di che cosa si tratta?

La Rugby Castro Academy è la prima Academy estiva di rugby in Italia. I camp esistono da 9 anni, abbiamo iniziato provando, diciamo che è stato un tentativo anche per noi.Martin Castrogiovanni allena i ragazzi dell'Academy

Un tentativo ben riuscito, e che quest’anno vi vede arrivare anche a Milano

Sì, la tappa di Milano per noi rappresenta una “prima volta” molto importante, ed è qui che inaugureremo un nuovo format, la formula Day Camp. I ragazzi (dai 7 ai 17 anni, ndr) potranno provare i nostri camp anche solo per un giorno, dalle 8.30 alle 17.30.

Per me questa è una nuova avventura, un’occasione unica per provare un nuovo format in una città che ha tanto da offrire. Sono molto emozionato.

Mentirei se ti dicessi che sono un’esperta di rubgy, ma sono curiosa: quali abilità e capacità fornisce questo sport ai ragazzi?

Ogni giorno alleniamo i nostri ragazzi ad osservare, anticipare e prendere decisioni durante il gioco. Ma non solo: quando fai parte di un gruppo, devi rispettare orari e tempi, e questo non sempre è facile.

Vedo soprattutto che i bambini si trovano in un contesto in cui devono imparare le regole e, attraverso il gioco di squadra, diventano sempre più autonomi. Questa è un’esperienza molto importante, lavoriamo tanto su questo aspetto, sulla confidenza, sulla creazione di un gruppo.Martin Castrogiovanni

Un gruppo che, alla fine, aiuta anche a crescere

Esattamente. Nei nostri camp i bambini si abituano sempre di più a stare lontani dalle famiglie; in questo senso il rugby è davvero come un gruppo di amici che ti aiuta a superare le difficoltà. Ci sono dei valori che nella Academy desideriamo trasmettere, per crescere bene.

Io e il mio team diciamo sempre che tramite lo sport si possono formare campioni di vita, crediamo davvero che si possano insegnare ai bambini i valori dell’inclusività e della collaborazione.

Io mi ritengo una persona di valore e vorrei trasmetterlo, i ragazzi devono imparare ad allenarsi e a collaborare insieme. Il rugby, all’inizio, deve essere uno sport aperto a chiunque desideri provarlo. Poi non tutti diventeranno campioni della Nazionale, ma l’importante è capire la propria strada attraverso lo sport.

Martin Castrogiovanni durante un allenamento

Hai parlato di inclusività, un tema che ti sta molto a cuore. A Piancavallo, infatti, i vostri camp sono aperti anche a ragazzi diversamente abili

Assolutamente sì. A Piancavallo c’è la possibilità di cimentarsi nel rugby in carrozzina. Per noi offrire questa opportunità è molto importante.

Al momento non possiamo replicare questo format nelle altre tappe estive per via delle alte temperature, ma in futuro ci piacerebbe poterlo fare, per aprire davvero le porte a tutti i ragazzi e le ragazze dai 7 i 17 anni.

Per non parlare delle quote rosa!

(Ride) Certo! Tutti i camp sono aperti anche alle ragazze e quest’anno a Piancavallo, dal 25 giugno al 1° luglio, verrà inaugurata la Women Elite Rugby Academy, dedicata esclusivamente al movimento femminile delle categorie Under 15/17/19, nata dalla collaborazione tra la Castro Rugby Academy e ISC Italian Sport Consulting, società di management sportivo.

Tutte le partecipanti che scenderanno in campo in quella settimana potranno confrontarsi con alcune delle più famose campionesse della Nazionale Italiana Femminile come Sara Barattin, Giada Franco, Silvia Turani, Sara Tounesi e Veronica Madia, oltre alla partecipazione di Serena Chiavaroli.Martin Castrogiovanni con i ragazzi del camp

Nei vostri camp c’è davvero un’attenzione totale al benessere della persona, non solo fisico, ma anche mentale

Assolutamente sì. Alleniamo i nostri ragazzi ad un equilibrio costante tra mente e corpo, anche attraverso momenti di mindfulness.

Quello della salute mentale è un tema (per fortuna) estremamente attuale: quanto conta in uno sport come il rugby?

Moltissimo. Io e il mio team siamo estremamente convinti che se siamo tutti equilibrati giochiamo meglio, e quando parlo di equilibrio faccio un discorso molto ampio. Dal benessere fisico a quello mentale, fino ad un’alimentazione corretta. Se si sta meglio, si vive meglio.

E (immagino) si gioca meglio  

E’ proprio così. Se si è connessi con se stessi, si riesce a comprendere meglio le proprie emozioni e a gestirle, a non far prevalere la paura, a rimanere nel qui e ora.

Credo che anche la scuola dovrebbe lavorare sulla conoscenza dele emozioni degli studenti, soprattutto dopo anni difficili come questi. Sono infatti convinto che i ragazzi, bambini ed adolescenti, abbiano sofferto più di tutti la solitudine del lockdown: per questo motivo è importate aiutarli, in tutti i sensi. E anche la nostra società, in questo, dovrebbe fare di più.

Pensi che sia difficile, per un ragazzo, vivere nel mondo di oggi?

Penso che viviamo in una società molto veloce, che premia l’efficienza e la vittoria e non contempla le sconfitte. Tra cellulari, tablet e social, oggi tutto è immediato, tutto è facile, nessuno insegna più  ai ragazzi a perdere, e questo non va bene, perché il giorno in cui ti ritrovi a perdere sarai in grande in difficoltà. Una sconfitta, se gestita con consapevolezza, aiuta a mantenere i piedi per terra.

Un allenamento alla Castro Academy-2

Anche aiutare le persone più fragili aiuta ad avere il senso della realtà. So che sei stato recentemente in Africa con Amref: che cosa ti sei portato a casa da questa esperienza?

Ti riporto le parole di mia moglie, che era in Africa insieme a me, al rientro del nostro viaggio: “Ho il cuore spaccato, ma so cosa voglio fare da grande”.

Quando arrivi in Africa, è inevitabile sentirsi in colpa per essere nato nel posto fortunato della Terra. Poi vedi nel concreto tutto quello che Amref fa ogni giorno, e capisci quello che puoi fare tu, nel concreto. Un esempio? Con 7 dollari al mese puoi mandare un bambino a scuola, è come rinunciare ad uno dei nostri tanti abbonamenti.

Nel nuovo spot di Amref sei con altre personalità di spicco come Fiorella Mannoia, Gabriele Cirilli e Gigio Alberti. Pensi che questi messaggi riescano a smuovere le nostre coscienze?

Penso che serva tutto, ogni giorno. Il compito di personaggi visibili e conosciuti è sicuramente quello di diffondere un messaggio di solidarietà, ma sono anche convinto che, in un mondo ideale, tutti, prima o poi, dovrebbero andare in Africa per conoscere davvero la situazione e toccarla con mano.

La tua è davvero una vita spesa a combattere barriere e abbattere confini. Come pensi che lo sport possa farsi interprete di questo messaggio?

Lo sport non deve servire solo a formare campioni in campo, ma soprattutto campioni di vita. Mi piacerebbe che i bambini si avvicinassero al rugby fin da piccoli con l'obiettivo di diventare, un domani, uomini di valore e non solo campioni di sport. Nel mio camp lavoriamo ogni giorno con questo obiettivo.

Attraverso lo sport - qualunque esso sia - insegni ai ragazzi a stare in gruppo, a condividere vittorie, ma anche, e soprattutto, sconfitte. Forse non tutti i partecipanti ai nostri camp saranno campioni di nazionale, ma faranno cose in grande. Faranno cose di valore.

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