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Mancini non ci sta: “Non sono gay, ma poi capita che qualche ragazzo si suicida"

In un’intervista a Repubblica il tecnico dell’Inter torna sullo scontro con Sarri, che gli ha dato del “frocio” dopo Napoli-Inter: “Non sono paladino di nessuno, ma non si può sentire”

Non ha ancora sbollito la rabbia, Roberto Mancini. Non accetta che a finire sul banco degli imputati sia stato anche lui, accusato da qualcuno di aver reso pubbliche “cose di campo” e di aver fatto del falso moralismo. Non ci sta a passare per la “spia”, né tanto meno per l’uomo dal populismo facile. Così, a qualche giorno dallo scontro con Maurizio Sarri, che durante Napoli-Inter lo aveva chiamato “frocio” e “finocchio”, il tecnico dell’Inter torna a parlare e a dire la sua, dopo la denuncia pubblica ai microfoni di Rai 1 nel dopo partita

In una lunga intervista con Andrea Sorrentino di “Repubblica”, l’allenatore nerazzurro - che pure in passato si era lasciato andare ad un insulto molto simile contro un giornalista - spiega le ragioni che lo hanno convinto a raccontare quanto accaduto - “Siamo nel 2016…” - e dà uno sguardo più ampio sui fatti. 

“Il problema non è che Sarri abbia offeso me - chiarisce subito Mancini -. Non mi sento toccato dai suoi insulti, figuriamoci. Lui in realtà ha offeso tante persone, tanti poveri ragazzi che in Italia o in altre parti del mondo vengono presi in giro, vengono derisi da gente che pronuncia certe paroline con tanta facilità. Poi - l’ammissione amara dell’allenatore - magari ogni tanto capita che qualcuno si suicidi perché non ce la fa più. Quante volte abbiamo letto di storie simili?”

E’ lo stesso Mancini poi a rispondere, indirettamente, a quanti lo hanno accusato di aver raccontato in tv cose che dovrebbero restare sul rettangolo di gioco. “Mi avesse detto figlio di... o pezzo di m... non me ne fregava niente, era chiaro che sarebbe rimasto un fatto di campo - ammette il Mancio -. Ma è ora di finirla con certe offese, quando ci sono persone che tutti i giorni le subiscono e soffrono e ci si rovinano la vita. Per giunta non possono arrivare da una persona di sessant’anni, e che allena in serie A”. 

Persona, Maurizio Sarri, che di certo ha perso la stima del suo collega. “Ha perso completamente il lume della ragione - dice Mancini -. Ma lui è così, dev'essere la sua natura. Pare che ne avesse già fatte, di battute simili. Poi ha peggiorato tutto con quello che ha detto in tv”. Bastava, fa notare l’allenatore dell’Inter che dicesse “la cosa più semplice del mondo: ‘Ho detto delle fesserie, mi scuso’ e finiva lì. Invece è andato a fare il simpatico, dicendo che mi aveva chiamato "democristiano". Così ha offeso pure i democristiani. Un livello basso, ma veramente basso".

Quindi, a conclusione, il tecnico chiarisce un piccolo equivoco. “Magari nella foga del discorso si è capito male: ho solo detto che se gli uomini fossero tutti come Sarri, allora sarei orgoglioso di essere gay. Quanto al resto, ovviamente rispetto tutti i gusti sessuali, però a me piacciono le donne, e solo quelle".

VIDEO - Mancini: "Sarri mi ha chiamato frocio e finocchio"

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