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San Siro, sul nuovo rinvio è scontro. Rizzo e Mariani (MiC): «Provocazione, è solo speculazione immobiliare»

L'attacco della sinistra dopo che il Comune di Milano ha accordato ai club un rinvio della scadenza per presentare alcune documentazioni

Il dossier dello stadio di San Siro slitterà (ormai è evidente) alla prossima consiliatura e giunta. E' del 29 aprile la notizia che sono stati prorogati da Palazzo Marino i termini di scadenza per la consegna di «documentazione integrativa» chiesta dal Comune a Inter e Milan sul nuovo stadio che i due club vorrebbero realizzare. Termine inizialmente fissato al 5 maggio e, spiegava il Comune, «rinviato per consentire alle società di reperire le attestazioni necessarie e completare gli atti e le autocertificazioni già forniti nei mesi scorsi».

La questione della proprietà effettiva del Milan e dell'Inter è solo l'ultima delle "garanzie" chieste dal Comune di Milano, oltre a una quindicina di condizioni per poter dare il via libera al progetto del nuovo impianto. Non è stato specificato se è stata fissata una data per l'ultimo rinvio, ma il sindaco di Milano Beppe Sala ha poi dichiarato di essere «sempre pronto al dialogo» e «a disposizione delle squadre».

MiC: «Lo stadio appartiene a tutti, non al sindaco o alla giunta»

E' sempre aperto lo scontro politico sul Meazza. «Trovo inaccettabile quanto riportato dai comunicati stampa (unica informazione che ormai riceviamo) sulla questione San Siro», ha dichiarato Basilio Rizzo, consigliere comunale di Milano in Comune: «È al tempo stesso una prevaricazione (da mesi chiediamo una commissione sul tema senza avere risposta) ed una provocazione dopo quanto è emerso sulla vicenda Superlega. Il Comune non è né la giunta né il sindaco che decide da solo secondo l'umore del giorno. Il Comune in una vicenda come questa è la comunità di tutti i cittadini che devono decidere su una icona della città e non subire il volere degli speculatori immobiliari perché di questo, ormai è chiaro a tutti, si tratta».

«Rileviamo che due società con prestigio mondiale come Milan e Inter, così pronte a sostenere la SuperLeague, non abbiano dopo quasi due anni prodotto banali attestazioni ed autocertificazioni per sostenere un progetto che prevede investimenti per oltre un miliardo di euro», ha rimarcato Gabriele Mariani, candidato sindaco per Milano in Comune e Civica Ambientalista: «Ci chiediamo quali siano i reali motivi di questo ritardo ma soprattutto ci chiediamo perché il sindaco, escludendo de facto il consiglio comunale, continui a dare per scontata la costruzione del nuovo impianto e la demolizione dell’attuale. La maggioranza della città è affezionata al Meazza che, come la Scala e il Duomo, è un simbolo di Milano».

«Sala accolga l'investimento privato»

Sull'altro fronte, invece, altrettante critiche a Sala. Alessandro De Chirico, consigliere comunale di Forza Italia favorevole alla realizzazione del nuovo impianto, critica la recente idea del sindaco di costituire una società pubblica per gestire l'area intorno al piazzale. «Un'operazione del genere significherebbe fare un passo indietro di tre anni e di rivedere tutto ciò che è stato già fatto», afferma: «Da uno che si è sempre autodefinito un super manager, è uno scivolone colossale che dimostra scarse capacità manageriali, oltre che non aver rispetto del lavoro degli altri: architetti, progettisti, dirigenti, avvocati, notai, comunicatori, ma anche nessun rispetto per i propri consiglieri comunali che si sono già espressi su ciò che è stato presentato dalle società calcistiche meneghine e che mai, fino a qualche giorno fa, hanno proposto una soluzione del genere».

«L'idea della Newco non è campata per aria, ma penso arrivi ben oltre i minuti di recupero perché l'iter è già avviato. L'atteggiamento di Sala è paradossale perché da una parte plaude al miliardo di euro previsto nel Pnrr ma, con i suoi tentennamenti, di fatto non vuole accogliere il miliardo e 200 milioni che arriverebbero dai privati sull'area di San Siro che necessita di investimenti che il Comune non può di certo permettersi. Per non parlare di tutti i posti di lavoro in più, sia nei cantieri che a regime, che la sinistra milanese non considera minimamente. Ormai è sempre più lampante che su San Siro il sindaco abbia scelto di non decidere. Ci penserà il centrodestra quando tornerà ad amministrare Milano».

Nuovo stadio, a che punto siamo

La proroga concessa dal comune è l'ultimo capitolo della serie sul nuovo stadio San Siro. A marzo il sindaco Giuseppe Sala aveva annunciato lo stop dei lavori: "Penso che finché in particolare l’Inter non chiarirà il suo destino, per noi le cose devono essere necessariamente ferme", aveva detto il primo cittadino.

Le parole di Sala erano legate alle difficoltà del colosso cinese Suning dato che il governo dell'estremo oriente ha posto una stretta agli investimenti all'estero. Palazzo Marino vuole stabilità anche perché, come aveva rimarcato Sala, "non stiamo parlando solo dello stadio, e voglio dirlo con chiarezza ai cittadini. Stiamo parlando di un progetto in cui la metà dell'investimento è sullo stadio e la metà è su altre cose che portano a comporre il futuro di quell’area. Ci saranno, presumo, cinque o sei anni di lavoro. Io non posso affidare un quartiere della città, per un così lungo periodo, a realtà di cui non è certa la proprietà futura".

L'Inter aveva risposto alle dichiarazioni di Sala con un comunicato al vetriolo: "Troviamo le dichiarazioni del Sindaco di Milano offensive nei confronti della Proprietà, irrispettose verso la storia e la realtà del Club e i suoi milioni di tifosi a Milano e in tutto il mondo nonché irrilevanti rispetto all’attuale iter amministrativo del progetto Un Nuovo Stadio per Milano".

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