Nuovo stadio, il consiglio comunale vuole sapere di chi sono effettivamente Milan e Inter
La richiesta di continuare l'interlocuzione con l'Agenzia anticorruzione
Ora è ufficiale: la giunta di Milano compirà i passi per arrivare a conoscere il titolare effettivo del Milan nella vicenda relativa al nuovo stadio di San Siro. E' stato infatti approvato un ordine del giorno del consigliere dei Verdi Enrico Fedrighini che invita la giunta da un lato a proseguire l'interlocuzione con Anac (Agenzia nazionale anti corruzione), in merito alla possibilità di rendere obbligatoria, per le società che partecipano a bandi di gara indetti dal Comune, la comunicazione del titolare effettivo, e dall'altro ad attivarsi affinché venga in ogni caso richiesta la comunicazione del titolare effettivo.
L'ordine del giorno raccomanda poi che la proocedura si faccia con particolare urgenza «per la rilevanza» che il progetto dello stadio «riveste sul territorio urbano e anche alla luce delle recenti notizie emerse dai media», ovvero la "famosa" puntata di Report che indica nei due finanzieri italiani Gianluca D'Avanzo e Salvatore Cerchione i reali controllori del Milan, attraverso una società lussemburghese.
Il testo approovato dal consiglio comunale auspica infine che il Governo modifichi un articolo della norma, inserendo esplicitamentee, tra i motivi di esclusione di una società dalla partecipazione a una procedura d'appalto o concessione, la mancata comunicazione del titolare effettivo della società. Nel frattempo, sempre su questo tema, il Coordinamento Comitato San Siro ha inviato una diffida al Comune di Milano.
Di chi è il Milan? Due letture
Il Milan è "ufficialmente" controllato dal fondo americano Elliott di Paul Singer, che lo ha rilevato dalla precedente proprietà cinese; ma le "scatole societarie" indicano, secondo alcuni, che i due finanzieri (che siedono anche nel cda del Milan) controllerebbero effettivamente il club, possedendo insieme il 50,01% delle azioni di Project Redblack, che a sua volta controlla il Milan. Tuttavia, secondo un'altra lettura dei documenti lussemburghesi, D'Avanzo e Cerchione possiedono solo il 4% delle azioni con diritto di voto e beneficio economico, ed infatti hanno un consigliere d'amministrazione su tre in Project Redblack.
Il Lussemburgo ha già aderito a una normativa europea che impone di indicare i beneficiari di un'azienda nel caso in cui la quota sia superiore al 25% (l'Italia, tra l'altro, non ha ancora ratificato questa normativa); dalla visura di Project Redblack emergerebbe che tutt'e tre i soggetti (Singer, D'Avanzo e Cerchione) sono beneficiari. Ma Singer è indicato come «proprietario indiretto in ragione del conrollo (49,99%)», D'Avanzo e Cerchione sono indicati per una «partecipazione indiretta (25,0042%)» ciascuno.
Quale che sia la lettura corretta, non è peregrina l'idea di conoscere con chi si ha a che fare quando ci sono di mezzo appalti pubblici e una rigenerazione di un'intera area dedicata da sempre allo sport, qualunque cosa si pensi di questa rigenerazione. Circa un mese fa il sindaco di Milano Beppe Sala aveva chiesto all'Anac un ulteriore parere su quale sia la fase in cui è obbligatorio conoscere i proprietari effettivi delle società che intendono presentare i progetti per l'area di San Siro: oggi siamo in fase di trattativa e non già di appalto, e qualcuno ritiene che non sia ancora il momento previsto dalla legge anticorruzione.
«Noi vorremmo che l'obbligo» di conoscere i titolari delle società che si interfacciano con il Comune «si estendesse a tutti gli interventi edilizi che interesseranno la città come ad esempio gli Scali Ferroviari, Expo Mind, Porta Vittoria, l’Ex Macello: interventi tra i quali quello di San Siro è solo l’esempio più eclatante», commenta Elena Grandi, assessore del Municipio 1 e portavoce nazionale dei Verdi. Che, attraverso i portavoce milanesi Mariolina De Luca e Andrea Bonessa, chiedono al sindaco di «riconsiderare tutta l’operazione proposta dalle finanziarie immobiliari proprietarie di Inter e Milan».