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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Chiusura San Siro, l'ira del Milan. E gli altri ultras: "Solidali"

Galliani prepara il ricorso con prova audio: "Quei cori non li ha sentiti nessuno". Le curve si compattano: gli ultras dell'Inter "solidali col Milan". Fidanza (Fdi): "Si cambi subito la norma"

Scoppia il caso dei cori da stadio e della "discriminazione territoriale", la formula che segna la linea dura delle nuove regole: Milan-Udinese a porte chiuse per recidiva, infatti gli ultras rossoneri hanno ripetuto durante l'incontro del 6 ottobre le frasi ingiuriose contro Napoli e i napoletani. Già punita con la curva sud chiusa per Milan-Sampdoria, ora alla società tocca la pena aggiuntiva. Contro cui però via Turati ha promesso immediato ricorso.

L'ad del Milan, Adriano Galliani, è furioso. Con lui, a quanto pare, tutti gli altri presidenti, legittimamente preoccupati che un manipolo di tifosi esagerati possa compromettere l'incassso di una giornata. E - ma nessuno lo dice - che con norme simili le "curve" assumano de facto un potere ricattatorio nei confronti delle società. Galliani punta i piedi: "Non c'è in nessun Paese d'Europa una norma contro la discriminazione territoriale, che non è appunto razzismo e che, a questo punto, potrebbe valere anche per un quartiere contro un altro".

Ma c'è un altro aspetto su cui il Milan punta a far leva nel ricorso: davvero quei cori ci sono stati? Secondo il rapporto federale, sì: "Prima dell'inizio, al sesto e al quarantatreesimo del secondo tempo". Il fatto, però, è che molti cronisti presenti allo stadio, e anche alcuni "bordocampisti", avrebbero giurato di non avere sentito niente. Il che farebbe pensare a qualche gruppo isolato di poche persone. "A Torino - chiosa Galliani - c'erano 800 tifosi rossoneri e il comunicato parla di centinaia di persone che intonavano questi cori".

A questo proposito il Milan valuterà se portare l'audio ambiente delle immagini televisive, una "prova tv" per dimostrare che non sono stati urlati i cori o che, comunque, sarebbero irrilevanti se a scandirli fosse stato un numero contenuto di persone. Secondo obiettivo rossonero è quello di far ascoltare al giudice sportivo il coro del 21' del primo tempo, partito dalla curva della Juve, "Quel settore lì sembra Napoli", evidentemente discriminatorio allo stesso modo di "Noi non siamo napoletani" ma misteriosamente ignorato dagli ispettori federali.

GLI ULTRAS SOLIDARIZZANO - L'effetto della chiusura di San Siro ha avuto l'insperabile e insperato risvolto di compattare gli ultras di tutta Italia. Può sembrare incredibile ma è così. Se la Curva Sud rossonera, in un comunicato ufficiale, nota che "si passa dalla ferma condanna di un fenomeno inaccettabile quale è il razzismo all'impossibilità di essere goliardici, acidi e persino maleducati", ci hanno pensato i napoletani a intonare, loro stessi, i cori anti-Napoli con uno striscione che più esplicito non si può: "Napoli colera. E adesso chiudeteci la curva" (anche se poi l'iniziativa è stata derubricata a semplice provocazione). E a ruota la Curva Nord di San Siro, quella interista: "Siamo al fianco della curva del Milan", scrivono all'inizio di un comunicato, giusto perché sia chiaro il concetto. E invitano a una 'disobbedienza' di massa delle curve: "Auspichiamo che tutti facciano cori discriminanti", scrivono. Obiettivo: arrivare alla chiusura di tutti gli stadi per far capire che la norma, pensando di colpire il razzismo, colpisce invece soltanto lo sfottò goliardico e lo fa in modo dannoso per il sistema calcio in generale.

FIDANZA (FDI): "FOLLIA" - L'eurodeputato Carlo Fidanza, di Fratelli d'Italia, tifosissimo dell'Inter, si unisce alla solidarietà: "Nessuna giustificazione per i razzisti - dichiara - ma distinguiamo bene tra ciò che è sfottò e ciò che è razzismo". Secondo Fidanza, la norma interpretata con le sistematiche chiusure di curve e stadi finirà con "l'aumentare il razzismo vero e condannare i nostri stadi a svuotarsi sempre di più".

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