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Giovedì, 25 Aprile 2024
Sport Portello / Via Aldo Rossi

Stadio al Portello, il Milan: "Nessun disimpegno ma vogliamo vederci chiaro"

La società rossonera ribatte alle accuse di Fondazione Fiera: "Sulle bonifiche, bisogna vedere quanto ci costano". E aggiunge: "La Fiera ci ha fatto perdere un sacco di tempo". La replica della Fiera

Sullo stadio del Milan al Portello la confusione regna sovrana. Motivo del contendere, l'apparente "passo indietro" dei rossoneri sulla questione delle bonifiche dell'area, dopo che Fondazione Fiera (con una serie di rinvii di quasi sei mesi) ha deciso di affidare l'area al Milan e non a Vitali-Stam, che concorreva col progetto "Milano Alta" (centro commerciale, multisala cinematografico, spazi per il fitness e una passerella ciclopedonale).

Di fatto, il Milan aveva "vinto" il bando promettendo di pagare integralmente le bonifiche. Ma poi, il consiglio d'amministrazione straordinario dedicato proprio allo stadio non ha ribadito questa promessa, sorprendendo un po' tutti. La società rossonera ha fatto sapere che quella dello stadio al Portello è solo una "proposta" in risposta ad una richiesta di "manifestazione di interesse", ovvero non c'è nulla di vincolante; e in effetti di manifestazione d'interesse si trattava: Fondazione Fiera si era tenuta libera anche di non scegliere nessuno dei contendenti.

Naturalmente, Fondazione Fiera non ha preso bene i dubbi del Milan, e accusa il club di avere sostanzialmente disatteso gli impegni. Ma da via Aldo Rossi rispondono che "non vi è un disimpegno verso il progetto", tutt'altro. Però "ora e solo ora si entra nella fase contrattuale", anche perché (scrive il Milan in una notta) "non abbiamo potuto finora fare i carotaggi né ricevere le carte". Ovvero: non sappiamo che tipo di bonifiche dobbiamo eseguire.

Il punto è sui tempi e sui costi. Se la bonifica costasse più di 30 milioni e/o durasse più di sei mesi, il club ritiene che non convenga più fare lo stadio lì. "Nessuno sa cosa si potrebbe trovare nel sottosuolo", scrive il Milan: "Se si scoprisse che la situazione fosse più grave di quella solamente ipotizzata da Fiera, ciò significherebbe che quell'area non poteva nemmeno essere proposta in locazione per uno stadio".

E ancora, il Milan accusa senza mezzi termini la fondazione di avere "fatto perdere, con i suoi continui rinvii, più di otto mesi. Periodo che avrebbe consentito al Milan di valutare altre aree o di rilevare quelle di fondazione per poter disputare la prima stagione nel 2018-2019, cosa non più possibile. Tali rinvii hanno causato al Milan danni, conseguenti a mancate entrate, per milioni di euro".

In effetti, i ricavi del nuovo stadio dovrebbero essere nell'ordine di 80-100 milioni a stagione: questo è l'obiettivo di una società calcistica nel momento in cui decide di aderire al nuovo "modello" di stadio che sta prendendo piede in tutta Europa. Ricavi sensibilmente superiori a quelli realizzabili con stadi come l'attuale San Siro - Meazza. 

Fondazione Fiera non è stata in silenzio, ma non è nemmeno entrata molto nel merito delle accuse del Milan. In una nota, l'ente "ritiene corretto limitarsi a contestare integralmente tutto quanto esposto" dalla società rossonera e anticipa che "non intende proseguire ulteriormente in un dibattito a mezzo stampa". La Fiera ha comunque rigettato l'accusa di ritardi e di mancate autorizzazioni ad effettuare i carotaggi ("non hanno attinenza con quanto concordato ed alcun riscontro con la verità" e ha definito "inconcepibili e infondate" eventuali richieste di danni, ventilate (ma non esplicitate) dal Milan.

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