Aveva fatto di tutto, il Milan, per vincere la manifestazione d'interesse dell'area dell'ex fiera al Portello. Poi, una volta ottenuta l'area, avrebbe voluto vederci chiaro sulle bonifiche da effettuare, ma Fondazione Fiera non aveva permesso i carotaggi richiesti. Risultato: la società rossonera ha gettato la spugna e l'area è andata al secondo classificato.

Per diversi mesi, il club di via Aldo Rossi non ha più parlato di un nuovo stadio. Ora sembra che ci stia ripensando. Soprattutto se arriveranno i soldi di Jack Ma, "patron" cinese del sito Alibaba e probabile acquirente del Milan. Perché la società è oggi indebitata di qualcosa come 90 milioni di euro, ed è quindi impensabile che possa iniziare l'avventura della costruzione di un nuovo impianto di gioco. Ma lo stadio di proprietà, spiegano da via Aldo Rossi, resta un obiettivo strategico.

E sarebbe già stata scelta l'area per costruirlo: via Stephenson e dintorni. Un "buco nero" con alcuni hotel, il multisala cinematografico e una torre di appartamenti immersa nell'attuale nulla. Ma collegamenti infrastrutturali di prim'ordine, con il nodo Fiorenza delle autostrade e la relativamente vicina fermata di Certosa del Passante ferroviario. E, in prospettiva, la vicinanza con il sito di Expo 2015, che prima o poi verrà trasformato e riqualificato.

Al Milan basterebbero meno di duemila metri quadri, una piccola porzione dell'area Stephenson. Alla Unipol, proprietaria, servirebbe un progetto per dare un senso a qualcosa come 450 mila metri quadri che, secondo il piano di governo del territorio del 2010 (assessore Carlo Masseroli, sindaco Letizia Moratti), avrebbe dovuto svilupparsi in altezza con numerosi grattacieli, ed invece è rimasta sostanzialmente inespressa, anche perché il nuovo pgt di Lucia De Cesaris ha decisamente corretto l'indice volumetrico molto alto previsto prima.