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Milan al fondo Elliott, Sala: "San Siro, ristrutturazione si allontana"

Le conseguenze sul futuro dello stadio del passaggio di proprietà della società rossonera

Salta per ora la ristrutturazione dello stadio di San Siro per renderlo al pari dei moderni stadi europei. La ragione è da ricercarsi nelle vicende societarie del Milan: come è noto, la proprietà sta per essere trasferita al fondo americano Elliott dopo che Li Yonghong (che aveva acquistato la società rossonera nel 2017 da Silvio Berlusconi) non è riuscito a trovare 32 milioni ancora da restituire oppure un socio a cui vendere una quota di maggioranza.

Che il progetto slitti fino a data da destinarsi lo ha ammesso il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che ci terrebbe parecchio (d'altronde il Meazza è di proprietà del Comune), ma non può evidentemente far nulla per accelerare i tempi in questa fase.

Il Milan era già indeciso sul da farsi, dopo avere "inseguito" a lungo il sogno di uno stadio nuovo ai tempi della gestione Fininvest, cercando di aggiudicarsi l'area del Portello di Fondazione Fiera. Poi aveva cercato altre aree, dallo Scalo Farini (diventato noto per il "no" dell'assessore Pierfrancesco Maran al corteggiamento del costruttore romano Parnasi) all'ex Falck di Sesto San Giovanni. Ma le vicende societarie hanno complicato le cose. Mister Li non era evidentemente in grado di fare progetti a lungo termine, e ora che la proprietà passerà di mano non è possibile fare alcuna previsione.

Commisso, i Ricketts e Rybolovlev

Sulla soglia aspettano notizie ben tre possibili compratori: in prima fila Rocco Commisso, magnate italo-americano noto per le tv via cavo e per la squadra di calcio dei New York Cosmos; appena più scostata la famiglia Ricketts, sempre dagli Stati Uniti, proprietaria della franchigia di baseball dei Chicago Cubs, che ha reso noto di avere un progetto a lungo termine per il Milan. E poi il russo Dmitrij Rybolovlev, l'ultimo in ordine cronologico con cui Li ha tentato una trattativa in extremis.

Rubolovlev è proprietario del Monaco, che in pochi anni ha portato dalla serie B francese (Ligue 2) allo scudetto; la Uefa non consente di avere la proprietà di due club che partecipino contemporaneamente alle coppe europee, ma questo almeno per il 2017/2018 non sarebbe un problema: se il Monaco si è agevolmente qualificato per la Champions League, con il secondo posto in campionato, il Milan è stato recentemente escluso per un anno dalle coppe (e quindi non parteciperà alla Europa League) per violazione del fair play finanziario.

Forse Elliott non venderà subito il Milan

Già si parla delle mosse del fondo Elliott. Si attende in particolare la convocazione dell'assemblea dei soci: in quella occasione decadranno gli amministratori cinesi. Voci di corridoio danno Paolo Maldini particolarmente attivo per tessere le fila del nuovo management societario. Si parla in particolare di Umberto Gandini e Cristiano Giuntoli. Gandini nel 2016 ha lasciato il Milan dopo 23 anni per diventare amministratore delegato della Roma: per lui si tratterebbe quindi di un ritorno. Giuntoli è ora direttore sportivo del Napoli ma è ricordato soprattutto per avere guidato (sempre come direttore sportivo) il Carpi a quattro promozioni, dalla D alla A, in cinque stagioni.

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