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Milano, la battaglia delle famiglie con disabili per l'assistenza domiciliare

Fortunato Nicoletti, caregiver di una bimba con una malattia grave, sarà candidato alle prossime elezioni amministrative con la lista di Beppe Sala "Milano in salute"

"L'assistenza domiciliare è vista ancora come 50 anni fa, si cura la persona bisognosa, ma non si prende in carico la famiglia, senza pensare che una malattia grave impatta non solo il malato, ma anche tutto il nucleo familiare". A dirlo è Fortunato Nicoletti, fondatore dell'associazione 'Nessuno è escluso' e da qualche settimana candidato alle prossime elezioni amministrative con la lista "Milano in salute" del sindaco uscente Beppe Sala.

"Serve una riforma seria e organica dell'Adi (l'Assistenza Domiciliare Integrata, ndr) - spiega Nicoletti - Fornire solamente una prestazione medico infermieristica senza tenere conto dei familiari non è sufficiente. Con la pandemia, inoltre, la gran parte dei servizi erano stati sospesi, ma ora che la situazione sta migliorando la maggior parte degli infermieri e degli operatori sociali preferisce andare a lavorare nei centri vaccinali (dove sono pagati di più) piuttosto che andare nelle case a prendersi cura dei malati gravi e gravissimi".

"Questa situazione si ripercuote anche sul diritto all'istruzione dei nostri ragazzi - continua Nicoletti - Molti istituti a essere tagliati per mancanza di fondi sono stati proprio i servizi di assistenza agli alunni con disabilità, e così mamme e papà sono spesso costretti a lasciare i figli a casa o, addirittura, a doverli seguire loro stessi in classe per garantire loro l'assistenza. È una situazione assurda".

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