Perché alcuni attivisti hanno paralizzato il traffico a Milano: video
La protesta dei membri di Ultima Generazione
Gli attivisti che giovedì mattina hanno paralizzato il traffico attorno a via Palmanova, a Milano, sono quelli di Ultima Generazione. Con una nota, il gruppo spiega il perché dell'azione, 'partorita' dopo le ultime due giornate di tentativi di dialogo con i segretari di partito a Roma andate a vuoto.
Nel capoluogo lombardo quattro persone hanno occupato via Palmanova in direzione Tangenziale est, appena prima di via Padova, reggendo alcuni striscioni: "Politica sorda", "Alessandro: 27 giorni di sciopero della fame" e "Quanto ancora deve andare avanti?". Lo stesso è accaduto anche a Padova dove è stato bloccato corso Australia per mezz'ora fino all’arrivo delle forze dell'ordine che hanno portato gli attivisti in questura.
A commentare la situazione è Alessandro, membro del gruppo che sta facendo lo sciopero della fame: "Non mangio da un mese. Da 27 giorni ci dicono di portare le nostre richieste in Parlamento. L'abbiamo fatto, e nessuno ha risposto. Sono frustrato e molto arrabbiato. Nemmeno mettendo a rischio la nostra stessa vita riusciamo a far aprire gli occhi alle persone il cui dovere dovrebbe essere tutelare gli interessi di noi cittadini. Il collasso climatico e sociale è già in atto. Per questo da oggi torneremo nelle strade, saremo sempre di più, finché diventerà impossibile continuare ad ignorarci. Questa non è una lotta che facciamo per noi stessi, ma per il futuro dei vostri figli e di quelli dei nostri politici", ha detto.
Gli attivisti hanno confermato che a ottobre e a novembre seguiranno nuove azioni di blocco stradale come quelle odierne finché non verranno ascoltate le loro richieste: un incontro pubblico con Enrico Letta, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Giuseppe Conte in cui parlare apertamente della crisi climatica e sociale. E la firma di un accordo che sancisca l’impegno della forza politica a formare un decreto legge contro la riapertura di ogni centrale di idrocarburi su suolo nazionale entro un mese dall’eventuale insediamento al governo.