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Docenti e precari della scuola davanti all'Ufficio Scolastico Regionale: "Non ci prostituiamo alla politica, chiediamo diritti"

Continuano le proteste degli insegnanti precari delle scuole primarie che vogliono far sentire la loro voce nella speranza che la politica innanzitutto riesca a salvare il loro posto di lavoro. Una politica però, come hanno chiaramente ribadito, a cui non vogliono prostituirsi perché i diritti non si barattano.

Dopo la partecipazione al corteo del Primo Maggio, mercoledì 2 si sono presentati sotto la sede dell'Ufficio Scolastico Regionale di via Polesine. Una delegazione ha incontrato i dirigenti dell'Usr, si tenta una mediazione senza compromessi ma con l'obiettivo di salvare il posto di lavoro e anche il regolare svolgimento delle lezioni.

La questione è nata dopo la recente sentenza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato che, sconfessando le sue stesse precedenti sentenze, a metà dicembre ha deciso che gli insegnanti in possesso di un diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 non potranno essere inseriti nella graduatoria ad esaurimento, quella che consente poi l’accesso al ruolo, ma soltanto nelle graduatorie di istituto, quelle utilizzate per le supplenze annuali e temporanee. Una sentenza che ha provocato il caos e soprattutto che rischia di lasciare per strada un gran numero di insegnanti che per tanti, tantissimi anni sono riusciti a portare avanti le sorti di tanti edifici scolastici.

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