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Fattorini Amazon denunciano ritmi di lavoro estenuanti: "In 9 ore più di 130 consegne"

Quarantotto ore di sciopero, di stop per depositi e lavoratori, per convincere il colosso americano Amazon a trovare un accordo sui "ritmi estenuanti a cui i fattorini tutti i giorni sono sottoposti". Un centinaio di persone martedì mattina ha manifestato in piazza XXV Aprile a Milano, a pochi passi dalla filiale milanese del 're del commercio on line'.

Presidio Amazon (foto Annarita Amoruso)

Armati di fischietti, bandiere e striscioni, i driver - che di fatto non sono dipendenti Amazon ma lavoratori della società appaltatrice dell’azienda americana - hanno alzato la voce per richiedere che venga ridotto il carico di lavoro. Rotte e tempi di consegna dei fattorini, infatti, sono calcolate da un algoritmo che però non tiene conto di imprevisti come il traffico, i semafori rossi e altri contrattempi.

"Siamo contenti dei posti di lavoro, ma non possiamo essere schiavi di un algoritmo che ci sovraccarica. Aspettiamo da mesi stabilizzazioni mai arrivate. Dopo il picco di Natale centinaia di persone sono rimaste a casa. Eravamo partiti da 70-80 consegne al giorno, ad oggi ne facciamo più di 130. Lavoriamo a dei rimi assurdi: siamo pagati per poco più di nove ore di cui mezz’ora per caricare la merce, un’ora per andare in zona per la consegna e un’ora per tornare. Togliendo tutto questo, abbiamo in media solo 2-3 minuti per consegnare un pacco. Siamo costretti ad accelerare quando siamo in macchina per poter fare tutto e non è sicuro per nessuno". 

Secondo quanto riportato da alcuni manifestanti, molti fattorini - su tutti chi non ha ancora un contratto a tempo indeterminato - hanno preferito non partecipare allo sciopero per paura di non ricevere il rinnovo del contratto che da mesi attendono. "A loro va tutta la nostra solidarietà perché purtroppo sappiamo come funziona: se non raggiungi gli obiettivi giornalieri, sei fuori".

Intorno alle 15, a sostegno dei driver in sciopero, è sceso in piazza anche il segretario della Cgil Maurizio Landini, il quale - oltre a lanciare un appello all’azienda statunitense per trovare presto un accordo per migliorare la condizione dei lavoratori - ha voluto rivolgere un messaggio anche ai cittadini: "Chi usa Amazon dovrebbe chiedersi cosa c'è dietro la consegna di un pacco e in che condizioni lavora la persona che lo ha portato, non è giusto dare tutto per scontato. Bisognerebbe fare una lotta anche con il portafoglio", ha aggiunto il segretario. 

Landini: "Mole lavoro non può deciderlo l'algoritmo“| Video


 

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