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Flashmob per il clima: la sede di Eni diventa una scena del crimine stile CSI

L'accusa di Fridays for Future alla multinazionale con sede a San Donato (Milano): "Compra ancora il gas da Putin, e il governo italiano è suo complice"

Cartelloni incollati sulla facciata del palazzo con accuse di green washing, truffa e complicità con la Russia di Putin, e una scena del crimine in stile CSI allestita proprio davanti alla sede di una delle più importanti multinazionali d'Italia: l'Eni.

Così Fridays for Future, il movimento ambientalista ispirato da Greta Thunberg, ha protestato venerdì 25 marzo sotto al palazzo a vetri della compagnia petrolifera con sede a San Donato (Milano), contestando alla multinazionale - e al governo italiano sua complice - di fare ancora affari con il leader del Cremlino Vladimir Putin nonostante l'aggressione armata che ormai da un mese a questa parte ha portato guerra e devastazione in tutta l'Ucraina. "Il 16% dei profitti di Eni deriva dal gas comprato dalla Russia. Eni e il governo italiano, che a parole sostengono la resistenza del popolo ucraino, in realtà fanno ancora affari con un dittatore".

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