Si chiamano Hikikomori e sono quelle persone che si isolano volontariamente rinchiudendosi in casa e interrompendo qualsiasi relazione con l'esterno. Per parlare di questo particolare disagio, noto in Giappone ormai da decenni, si è riunuta giovedì 20 febbraio la commissione Affari sociali del Comune di Milano, che in un'audizione pubblica ha ascoltato la testimonianza di Elena Carolei, madre di un ragazzo Hikikomori e presidente dell'associazione "Hikikomori Italia Genitori onlus".
"Solo a Milano abbiamo riscontrato circa 80 casi - spiega la signora Elena - In Lombardia, invece, se ne contano più di 140. Si tratta di persone generalmente di sesso maschile, che vanno dall'adolescenza fino a oltre i 30 anni. Sono persone che hanno deciso di isolarsi completamente, individui che a causa di un irrefrenabile senso di inadeguatezza verso gli altri arrivano persino a chiudersi nella propria stanza non uscendo per giorni interi e rifugiandosi nei propri interessi, spesso legati al web. Staccar loro la connessione internet puà essere addirittura contro producente. L'unica soluzione è cercare di essere partecipi del loro disagio per provare a capirli e aiutarli a trovare una soluzione".
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