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Licenziamento collettivo, protestano i lavoratori della ditta Salvi. Per i sindacati l'azienda vuole delocalizzare

Ancora un nulla di fatto, ancora una fumata nera dopo l’incontro che si è tenuto presso Assolombarda tra i rappresentanti della ditta Salvi e i sindacati. L’azienda metalmeccanica del Gruppo Sicame, che produce morsetteria per le linee ad alta tensione, lo scorso 8 giugno ha avviato una procedura di licenziamento collettivo che a partire dal prossimo 23 Agosto lascerà a casa 44 lavoratori su 61.

“È cambiato il mercato, non ci sono più gli stessi ordini”, fanno sapere dai vertici, ma per chi ci lavora non è così, le motivazioni sarebbero da ricercare nel tentativo di delocalizzare tutto spostando la produzione all’estero. Al termine dell’incontro abbiamo intercettato il General Manager dell’azienda Carmelo D'Andrea, che parla di "obiettivo comune" con l'intento di ricollocare l'intera forza lavoro.

Ma per i sindacati nessuna proposta chiara e concreta in tal senso è stata avanzata, per questo rimane un certo scetticismo. Chiesti gli ammortizzatori sociali, i lavoratori continueranno con la mobilitazione e lo sciopero mentre si spera di poter spostare la vicenda sul tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico coinvolgendo quindi il governo. Nelle prossime settimane, intanto, sono attesi nuovi incontri tra le parti.

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