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"Ti mangio il fegato": così la 'Ndrangheta di Rho minacciava chi sgarrava con il clan

Le violente intimidazioni di un affiliato a un ex socio debitore della famiglia Bandiera registrate nelle intercettazioni della squadra mobile della Polizia di Stato di Milano

"Ti mangio il fegato. Non voglio neanche più i soldi, però a casa mia mi portano un pezzo di te". Così un affiliato della 'Ndrangheta di Rho minacciava un ex socio dopo uno sgarro avvenuto nei confronti del clan Bandiera, nota famiglia malavitosa dell'hinterland milanese.

Le violente intimidazioni, registrate dalle intercettazioni della squadra mobile della Polizia di Stato di Milano, fanno parte del materiale investigativo che all'alba di martedì 22 novembre ha portato all'arresto di 49 persone, ora indagate a vario titolo per associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, minacce, violenza privata, incendio, detenzione e porto illegale di armi aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa, e intestazione fittizia di beni.

Secondo quanto riferito dagli investigatori, le intercettazioni rivelano quanto la 'Ndrangheta radicata a Milano e nel nord Italia abbia assunto da tempo caratteristiche e metodi assolutamente sovrapponibili a quelle dei territori di origine, sfatando così in parte la narrazione che vede gli affiliati della mafia calabrese infiltrarsi tra i cosiddetti "colletti bianchi. "Il contrasto dell'ala militare della 'ndrangheta deve continuare ancora a lungo e deve essere affiancato da una sistematica aggressione all'accumulo dei patrimoni illeciti, che ne costituiscono la linfa vitale", ha dichiarato il prefetto Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della polizia di Stato.

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