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La madre prima si droga e poi lo allatta, il bambino è tossicodipendente. Irruzione in un appartamento del centro

Non è una storia di periferia, è quello che è accaduto in una abitazione in pieno centro a Milano. Un'abitazione occupata da un gruppo di tossicodipendenti dopo la morte della usufruttuaria, dentro casa però c'è anche una madre nigeriana di 32 anni con il suo bambino appena nato.

Ed è proprio questo a rendere molto più complicato lo sfratto, ma quel bambino in un covo di drogati non lascia per fortuna tutti indifferenti. Una segnalazione anonima arriva al programma "Le Iene", l'inviata riesce con una scusa a visitare quell'appartamento e a rendersi conto della gravità della situazione.

Dentro c'è di tutto, sporcizia, degrado, condizioni igieniche insostenibili. E lì, in una stanza al buio su un materasso per terra, c'è Giosuè, il bambino nato da quella donna di colore che di figli ne ha altri tre, in Nigeria però. La madre partecipa quotidianamente al giro di droga, soprattutto cocaina, incurante dei danni che può trasmettere al figlio con l'allattamento.

La storia viene subito fatta presente al Nucleo Tutela Donne e Bambini della Polizia locale, che organizza l'irruzione. Sfondata la porta, vengono identificati tutti gli occupanti della casa mentre il bambino viene portato in ospedale per dei controlli. E dagli accertamenti, purtroppo, emerge a carico del neonato una intossicazione da cocaina.

Gliel'ha trasmessa la madre, com'era chiaro che fosse, mettendo a rischio lo sviluppo e la salute di quel bimbo oggi affidato ad un centro che possa salvaguardarne la sua crescita. Il rapporto con la madre non è del tutto compromesso, se lei vorrà collaborare dovrà innanzitutto curarsi e guarire. Dopo, solo dopo, potrà riavere suo figlio altrimenti il giudice potrebbe decidere per l'affidamento. Difficile che accada, è considerata l'extrema ratio. La madre in lacrime giura di aver capito la drammaticità della situazione e vuole riprendersi innanzitutto la sua vita. E poi anche suo figlio.

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