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Milano Fashion Week, la protesta di 'Non una di meno': mannequin challenge nel negozio di Zara

L'associazione in difesa dei diritti delle donne manifesta contro il marchio di moda e accusa: "La fast fashion fa discriminazione di genere e inquina il pianeta"

Un mannequin challenge (il flash mob in cui ci si finge manichini, ndr) dentro il negozio di Zara. Così giovedì 20 febbraio l'associazione contro la violenza di genere 'Non una di meno', i ragazzi del collettivo 'Cantiere' e il coordinamento dei collettivi studenteschi hanno protestato contro il mondo della fast fashion. Un'azione organizzata nel bel mezzo della settimana della moda di Milano, che proprio in questi giorni ha dato il via alle sfilate donna A/I 2021.

La protesta degli attivisti da un lato denuncia le condizioni di lavoro nel mondo della cosiddetta fast fashion, la moda a basso costo di cui Zara è uno dei maggiori esponenti, e dall'altro punta il dito sul forte impatto che i marchi di fast fashion hanno sull'ambiente. Un mondo, spiegano insomma i manifestanti, nel quale sono frequenti le discriminazioni di genere, ma anche la violazione dei diritti (come nel caso dei facchini precari che hanno protestato proprio davanti a Zara lo scorso 11 febbraio), e in cui per produrre i capi di abbigliamento a basso costo non si bada per nulla alla tutela della natura, visto che produrre una t-shirt di cotone equivale a sprecare 2.700 litri d'acqua.

Il flash mob nel negozio di Zara è stato anche l'occasione per lanciare lo slogan "Destroy patriarchy, not the planet", parola d'ordine del corteo studentesco in difesa dei diritti di genere e della tutela del clima che si terrà il 6 marzo alle 9.30 a largo Cairoli.

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