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Sgominata la banda di rapinatori violenti e armati: colpi da 30mila euro in tre mesi | Video

I carabinieri di Vigevano, dopo una lunga indagine, sono riusciti a sgominare una banda di rapinatori armati e violenti che tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016 era diventata l’incubo  delle guardie giurate e dei corrieri degli istituti di vigilanza privata. 

I militari, grazie alle intercettazioni e ai pedinamenti, hanno fatto scattare le manette per quattro persone - gli autori materiali dei colpi - e ne hanno denunciate altre cinque - tutti fiancheggiatori - in stato di libertà. 

In cella - con le accuse di rapina aggravata, furto aggravato in concorso, ricettazione, danneggiamento e incendio - sono finiti due palermitani di cinquantatré e quarantacinque anni e due milanesi di trentuno e trentasei anni. I quattro sono tutti domiciliati nel Pavese, tranne uno dei milanesi che risulta residente in un campo nomadi.  

Nel mirino del gruppo - che non disdegnava spaccio e piccoli furti per racimolare i soldi necessari per i colpi più grandi - finivano soprattutto i dipendenti di società di sicurezza privata che prendevano in carico gli incassi di bar e locali con le slot machines. I quattro, stando a quanto finora ricostruito dai militari, sarebbero responsabili di venti colpi - almeno quattro rapine, tutte violente - avvenuti tra il novembre del 2015 e il febbraio del 2016. 

Il modus operandi era sempre lo stesso. La banda rubava un’auto e con quella stessa macchina speronava la vettura della vittima, che - una volta “in trappola” - veniva minacciata con le armi per consegnare il bottino. Quindi, alla fine del colpo, il veicolo veniva bruciato per non lasciare nessuna traccia. 

La manette sono scattate mentre il gruppo organizzava un assalto ad un furgone portavalori di un’agenzia di sicurezza e una rapina a mano armata in una gioielleria di Pieve Emanuele, il cui malloppo sarebbe servito proprio per compiere il colpo più grande. Scoperto il piano, i carabinieri sono intervenuti e hanno fermato i rapinatori a Rozzano mentre nascondevano importanti quantità di cocaina e hashish da vendere al dettaglio nel Milanese per riuscire a trovare i soldi per comprare le armi automatiche. 

Soltanto i furti e le rapine avevano fruttato alla banda circa trentamila euro in contanti nel giro di meno di tre mesi. 

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