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Protestano i riders sotto Palazzo Marino: "Non abbiamo nessun diritto, siamo solo sfruttati"

"Né contratto di lavoro, né assicurazione. Una vita lavorativa governata da una app sul telefono: con quella ti assumono, ti licenziano, ti danno un ordine". Hanno protestato sotto Palazzo Marino i riders che lamentano uno stato continuo di sfruttamento mentre quotidianamente rischiano la vita per fare in fretta, per consegnare il cibo ancora caldo, per prendere un nuovo ordine e guadagnare alcuni spiccioli in più.

Dopo il terribile incidente di giovedì 17 maggio quando un fattorino si è schiantato frontalmente contro un tram costretto all'amputazione della gamba destra, la categoria ha detto basta: "Consegnare il cibo è un lavoro: vogliamo diritti, salario adeguato, contratti e il rispetto delle minime norme di sicurezza".

L' Unione Sindacale di Base chiede che venga a cessare questo moderno caporalato, che venga istituito un salario minimo contrattuale per i riders e ritmi di lavoro normati e umani, oltreché un regolamento e l'applicazione del CCNL della logistica e del trasporto per far uscire dal sommerso questi lavoratori, che quotidianamente rischiano la vita.

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