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Porta Volta Cenisio Monumentale / Via Giulio Cesare Procaccini

Santanchè, aggredita mentre disturbava la festa per Ramadan

Daniela Santanchè denuncia insulti e un’aggressione da parte di un membro della comunità musulmana milanese. Ieri mattina l’ex parlamentare ha picchettato la Fabbrica del Vapore, dove si celebrava la fine di Ramadan. Gli islamici negano la violenza e minacciano denunce

Il leader del Movimento per l’Italia, Daniela Santanchè, si è presentata ieri mattina in Via Procaccini alla Fabbrica del Vapore, dove la comunità musulmana stava celebrando la fine di Ramadan.

L’intenzione della Santanchè era quella di coinvolgere e costringere le donne musulmane a non portare il burqa. La tensione è salita subito all’esterno della struttura e l’ex parlamentare è stata minacciata e colpita da un uomo, già identificato dalla polizia.

“Sono stata aggredita, colpita da un uomo con un braccio ingessato e gettata a terra e dopo andrò in ospedale per vedere se ho una costola rotta. Verso le 9 mi hanno aggredita e mi hanno detto che sono una puttana, che domani sarò morta, che faccio schifo. Ma chi mi ha colpito, mi hanno spiegato le forze dell'ordine, è stato individuato. Un altro voleva usare contro di me un cartello stradale divelto” ha detto la Santanchè, che poi si è recata all’Ospedale Fatebenefratelli.

La comunità islamica dal canto suo nega l’aggressione e anzi, in tema di violenza, punta il dito sull’ex parlamentare: secondo i rappresentati dell’organizzazzione sarebbe stata la Santanchè ad aggredire le loro donne, strappandogli il velo e poi si sarebbe gettata a terra, simulando la spinta.

Il presidente dell'Istituto culturale islamico di viale Jenner, Abdel Hamid Shaari, molto sereno, ha affermato: «Se la signora Santanchè ritiene che qualcuno l'ha aggredita faccia la sua denuncia e poi ci sono organi preposti ad accertare la verità. Comunque nessuno l'ha aggredita o minacciata, cosa impossibile visto che c'era un cordone delle forze dell'ordine che ringraziamo. Oggi siamo in festa e lei ha cercato con un manipolo di persone di strappare il velo alle donne velate. Una provocazione vera e propria.

Secondo l’ex parlamentare, che nega dal canto suo l’aggressione alle donne musulmane, chieda che venga rispettata la legge 152 del 1975 che vieta “di nascondere” la testa, per questioni di sicurezza e facilità di riconoscimento.

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