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San Siro, spunta il subappalto truccato sulle case popolari

Non solo occupazioni abusive: l'illegalità anche nella ristrutturazione degli edifici popolari

Qualcuno vocifera che il quartiere popolare di San Siro non è stato incluso nel recente "Piano Periferie" del Comune di Milano perché in passato aveva già ricevuto soldi. Una spiegazione che non soddisfa tutti, ma che ha una sua verità. Perché effettivamente San Siro di soldi ne ha avuti, a cominciare dal "mitico" Laboratorio di Quartiere nell'ambito del quale una parte degli immobili di Aler è stata ristrutturata.

Certo è però che, quando ci si imbatte in notizie come un subappalto "sospetto", si ha un sussulto. Perché evidentemente il marcio, o presunto tale, è talmente esteso che non risparmia nemmeno quei pochi denari che arrivano dalle amministrazioni per le case popolari, che rispondono a un bisogno molto importante, quello di un tetto sotto cui dormire. Viene quindi da chiedersi se non sia arrivato finalmente il momento di rivoluzionare copernicanamente l'intero sistema degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, che così non funziona per niente.

La notizia, intanto. Nell'ambito di un appalto complessivo di tre milioni e 650 mila euro, un subappalto per la manutenzione straordinaria di edifici Aler in via Tracia e via Preneste (da circa 200 mila euro) sarebbe stato assegnato in modo illecito: per l'esattezza, alla gara avrebbero partecipato imprese legate tra loro per l'appartenenza ad uno stesso gruppo, cosa vietatissima: la legge impone infatti che tra i concorrenti non vi sia alcun legale.

Tutto è partito da una indagine su 23 società del Lazio da parte della guardia di finanza romana. Una di queste aziende è quella che si è aggiudicata la gara Aler per via Tracia e via Preneste. I finanzieri si sono quindi recati, martedì 6 giugno, presso la sede di Aler Milano per la consueta acquisizione di documenti, su ordine del sostituto procuratore Laura Pedio, e anche nelle sedi delle 23 aziende. 

L'inchiesta è stata aperta contro ignoti e, per ora, l'accusa è di turbativa d'asta. Qualcuno dirà certamente che l'importante è che i lavori, alla fine, siano stati fatti. No, è importante riportare la legalità ovunque e, soprattutto, nel sistema di edilizia popolare: non solo contrastando le occupazioni abusive, ma anche questi reati che, come ci ha insegnato il passato, spesso producono anche spreco di soldi per opere dal valore "gonfiato".

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