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Musica a San Siro, l'assessore Terzi: “Vi inonderò di concerti”

Concerti di qualità che tengano alto il nome di Milano. Ecco cosa vuole l'assessore alle attività produttive Giovanni Terzi. "La musica non fa male", ma i residenti di San Siro non ci stanno

Ora che i maxischermi hanno preso posto in piazza Duomo, in versione light, i tifosi sono stati caldamente invitati ad esultare in silenzio, assieme alle polemiche dei residenti di San Siro, prima destinazione ipotizzata. L'acre discussione tra comitati e amministrazione non si è mai scostata, infatti, dal tema musicale, e le lamentele sono tornate a bussare alla porta dell'assessore alle Attività Produttive Giovanni Terzi in occasione del concerto dei Muse, l'8 giugno. Mentre gli "organizzatori di concerti", a rischio di condanna, come da copione l'anno scorso, sono rimasti a bocca blindata, l'assessore è stato disponibile, tanto quanto fermo, nel dichiararci la propria posizione.


Happy End per gli amanti della musica di San Siro, un commento sulla decisione finale


Le decisioni della giunta sui concerti (in particolare gli 80dB per i 'sold out') sono un traguardo importante che premia sia chi fa musica sia chi la ascolta. La certificazione di ARPA e ASL, poi, sancisce definitivamente il concetto che la musica non è rumore, che la musica non fa male.


Come è oggi il rapporto con i residenti del quartiere?

  Certificazioni Arpa e Asl stabiliscono che la musica non fa male  


Il rapporto è fermo su un punto di non incontro: l'amministrazione comunale ha cercato di esaudire le richieste dei residenti, come ad esempio con la ZTL, ma rimane comunque quel "pugno" ostico di abitanti. Anche con regole certe, condivise, certificate non so se cesseranno le ostilità con il Comitato.


"Vi inonderò di concerti" ha dichiarato: cosa ci dobbiamo aspettare?


Un'offerta di concerti di qualità che tengano alto il nome di Milano nel panorama musicale internazionale. San Siro ha ospitato negli anni scorsi da 6 a 8 concerti e 4 quest'anno, per il prossimo valuteremo, in libertà, tutte le proposte che riceveremo.


Sembra che il problema riguardi la logistica post-concerto e non tanto i decibel. All'effettiva cosa è stato fatto fino ad oggi e cosa è in progetto per andare incontro al Comitato San Siro Vivibile?


Accennavo prima al discorso della ZTL. Fu proprio il Comitato a chiederne la realizzazione all'amministrazione ma, una volta istituita, lamentarono la sua inutilità. Questo rende l'idea di quanto sia difficile trovare un punto di incontro. L'amministrazione oltre che verso i residenti ha anche doveri verso la città stessa: Milano ama la musica e ne è la capitale.

Spettacoli solidali, come i Promessi Sposi, potrebbero diventare un'abitudine?


Senza parlare di "abitudine" posso comunque dire che già alcune iniziative che abbiamo organizzato hanno previsto una destinazione benefica: l'anteprima de "I Promessi Sposi" lo scorso aprile al Duomo, gli aiuti alla Veneranda Fabbrica del Duomo con il Museo del Rock o all'Associazione pane Quotidiano con Identità Golose. Sicuramente continueremo ad aiutare chi ha bisogno e si trova in difficoltà.


Come pensate di poter promuovere l'iniziativa del federalismo solidale mantenendo con chiarezza i due differenti ruoli di Chiesa e Comune, come ha sottolineato più volte il cardinale?


In un momento di criticità come quello che molti milanesi (e non solo) stanno attraversando, la parola chiave sia "aiuto a chi ha bisogno". Per farlo può rivelarsi efficiente, collaborare, incontrarsi, fare squadra. Le distinzioni, in questo specifico frangente, non hanno senso di esistere.


Perché appoggiare l'iniziativa di Tettamanzi in favore delle famiglie bisognose e non formularne una indipendente?


Organizzare eventi, battersi per il respiro internazionale di Milano significa anche creare posti di lavoro, opportunità di crescita economica, visibilità all'estero. Con questo voglio dire che, anche se indirettamente, sono convinto che il Comune faccia molto e con l'obiettivo di riuscire di volta in volta il maggior numero possibile di situazioni critiche.




 

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