rotate-mobile
San Siro San Siro / Via San Giusto

"La San Giusto non chiude, si trasforma". Botta e risposta assessore-genitori

L'assessore Cappelli scrive ai genitori tentando di rassicurarli. Ma ottiene in risposta ulteriori domande e dubbi

La "telenovela" della scuola civica San Giusto, di cui si è parlato più volte, si nutre di un altro capitolo: questa volta è stato l'assessore all'educazione a prendere carta e penna per scrivere ai genitori, nella speranza di risolvere dubbi e controversie. Ma non è stato un grande successo. I genitori infatti hanno redatto una contro-risposta.

Il punto più discordante tra le parole dell'assessore e la posizione dei genitori è sul concetto di "chiusura" della scuola. Se l'assessore Francesco Cappelli ci tiene a sottolineare (anche graficamente) che "la scuola non chiude, si trasforma", i genitori ribattono seccamente che il progetto è una "chiusura" della San Giusto così come essa è intesa attualmente, ovvero un modello educativo che rappresenta un unicum in tutta Milano. Se la San Giusto diventa altro, intendono i genitori, è come se chiudesse quella San Giusto che noi vogliamo difendere.

Ma vediamo più in dettaglio i contenuti della comunicazione di Cappelli. Secondo l'ex dirigente scolastico e ora assessore all'educazione, l'unicità dell'esperienza educativa della San Giusto si pone in conflitto con il principio di uguaglianza. O, per usare le sue parole, "è proprio la sua unicità nel panorama delle scuole primarie della zona, come noto statali, e la sua non riproducibilità nel territorio, che propone la problematicità del mantenere in modo operante la scuola nella sua forma organizzativo/strutturale attuale". Continua l'assessore: "In una prospettiva più vicina al principio della pari opportunità per tutti i bimbi in età scolare della zona, la scuola non chiude, si trasforma".

Più chiaro di così: le scuole dei dintorni devono essere tutte uguali. La trasformazione, secondo il programma dell'assessore, durerà sei anni: dal settembre 2014 le prime classi saranno di natura statale (e non comunale) e seguiranno il programma normale delle scuole statali. I genitori, però, non ci stanno: "Siamo irritati - scrivono - che si voglia nascondere la realtà della chiusura dietro la parola trasformazione". E continuano: "Una scuola in cui cambiano i docenti, la didattica, il POF, e l’offerta degli specialisti, possiamo dire che è trasformata? No, sarà stata semplicemente soppiantata da una scuola diversa, che nulla ha a che fare con quella originale".

I genitori, da oltre sei mesi, chiedono di poter vedere i documenti sugli effettivi costi della San Giusto. Ma senza risultato. E si lamentano, ora, che l'assessore prometta di verificare entro giugno 2013 i costi stessi, "dopo quasi un anno - notano i genitori - che il comune ragiona sulla dismissione". E c'è un altro punto della lettera dell'assessore su cui i genitori si soffermano molto: quando Cappelli scrive che s'impegna a "verificare l'effettiva diversificazione dell'utenza" della scuola San Giusto. "L’utenza - rispondono i genitori - è formata da coloro che desiderano iscriversi ad una scuola (è l’utenza che sceglie una scuola e non viceversa!). Gradiremmo inoltre conoscere il criterio (o i criteri) che applicherà per valutare la 'diversificazione' di cui parla: quantità, diversità e peso dei gruppi etnici presenti? Reddito delle famiglie di origine? Altro?".

Il Partito democratico della zona 7 aveva promesso che la San Giusto avrebbe continuato ad eccellere, pur entrando nell'orbita statale, mantenendo quindi quelle caratteristiche di unicità e di qualità.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"La San Giusto non chiude, si trasforma". Botta e risposta assessore-genitori

MilanoToday è in caricamento