Norina Bonsanto ha 71 anni e, da un anno, resiste contro lo sfratto impostole dal proprietario del suo appartamento: 20 metri quadri in via Tagiura, Lorenteggio. La donna ha diritto ad un alloggio popolare ma le assegnazioni in deroga alla graduatoria non possono essere superiori al 25% del totale annuale e, per il 2015, come è noto, sono già finite: il comune di Milano, del resto, ha domandato alla regione la possibilità di arrivare al 50%, ma questa possibilità le è stata negata.

Risultato, la signora Bonsanto e tanti come lei non hanno un alloggio. Per la pensionata, lo sfratto esecutivo è calendarizzato per l'11 novembre. Ma sono anni che lei chiede ad Aler e comune di Milano una soluzione. "Faccio appello ad Aler e al comune perché trovino una sistemazione per la 71enne", ha scritto il suo avvocato, Giovanni Di Leo: "Ma anche a un privato che ha un monolocale a Milano. Si tratterebbe di ospitarla per tre o quattro mesi, per poi procedere nuovamente con la pratica nel 2016".

600 euro di pensione, 450 euro di canone di locazione: queste le cifre che fotografano il perché ad un certo punto la donna ha smesso di pagare l'affitto, dopo il rifiuto del proprietario di concederle una riduzione. Poi la conciliazione: la promessa di lasciare la casa entro il 31 maggio 2014 e, in cambio, nessuno sfratto esecutivo. La donna ha accettato perché convinta di poter avere una alternativa. E' del 2010 la richiesta di una casa popolare, ma la sua domanda si era inceppata perché, per errore, risultava intestataria di due immobili. Nel frattempo, quindi, l'unica alternativa rimane quella dell'assegnazione in deroga.

La donna è ovviamente provata dalla situazione, che le ha causato stress e depressione certificata da cartelle cliniche.