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Milano Centro Castello / Via Luca Beltrami

Expo Gate: saranno demolite le "piramidi" tra Cairoli e il Castello

La decisione conferma la temporaneità della struttura: a ottobre 2016 i bandi per scegliere l'impresa che smantellerà l'ex info point di Expo e della Triennale

Le due piramidi di Expo Gate, in via Beltrami, tra Cairoli e il Castello, saranno demolite. Ormai è deciso. Dopo essere state utilizzate come info point di Expo 2015 e, successivamente, per la Triennale del Design, partirà il cantiere per smantellarle. Si parla del mese di ottobre. Prima la gara d'appalto per assegnare i lavori di demolizione.

Expo Gate, piramidi in piazza Castello © MesaPaniagua/MilanoToday

Mai del tutto amate, ma invece "odiate" da tanti milanesi, le piramidi hanno sempre fatto parlare di sé: fin dall'installazione. Molte le polemiche dopo Expo, quando - anziché smantellarle subito - si decise di accogliere la richiesta della Triennale per trasformarle nell'info point della manifestazione sul design. Il consiglio comunale aveva comunque deciso di prolungarne la vita fino al 2016, in ragione dell'interesse dell'istituzione di viale Alemagna, ma ora non ci sono più "scuse". L'abbattimento di Expo Gate va anche di pari passo con la riqualificazione dell'area Castello-Buonaparte, per la quale sono arrivate circa sessanta proposte da altrettanti studi di architettura.

Le due "porte" di Expo non saranno nemmeno riutilizzate altrove, per via dei costi eventuali legati al rimontaggio. Resteranno quindi nelle fotografie di questo anno e mezzo di vita; e come simbolo della città post-contemporanea, che cambia in continuazione. 

L'Expo Gate si veste con i colori della Triennale (Foto MilanoToday)

Intanto, a Expo si lavora: a ottobre sarà scelto, con una gara internazionale, l'advisor che scriverà il documento di pianificazione del futuro "Parco della Scienza", ospitato nell'area dell'ex esposizione universale. I lavori dovrebbero partire tra il 2017 e il 2018. Sarà rispettato il vincolo di destinare ad area verde più della metà della superficie, ma senza separare fisicamente gli alberi e i prati dal resto. Sarà invece, molto più probabilmente, una sorta di "parco diffuso".

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